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Sassuolomania: la crescita di Henrique, malgrado alcuni errori
Insomma, temo di non riuscire a scrivere questo benedetto articolo in tempo, prima della fine del campionato. Ed è un peccato, perché il venticinquenne ex Gremio è cresciuto molto nell’arco di questa seconda stagione al Sassuolo e, come dicevo, lo meriterebbe. Lo testimoniano in primo luogo i dati.
Il minutaggio di Henrique, per esempio, è di gran lunga aumentato (da 1066 minuti complessivi a 1797), così come sono aumentate le presenze (da 25 a 28) e soprattutto le maglie da titolare (ben 19 contro le sole 10 dello scorso anno). La ragione potrebbe essere rintracciata unicamente nella partenza di Traorè, che di fatto occupava due ruoli (esterno e mezzala, a seconda delle giornate). In realtà ci vedo anche una certa lungimiranza del club e probabilmente anche dell’allenatore, nel senso che Carnevali e Dionisi hanno capito che era arrivato il momento di fidarsi di lui. Fallito il test di inizio anno con Thorstvedt, prima è stato rispolverato Traorè, poi, una volta ceduto l’ivoriano, è toccato a Henrique, che a quel punto è diventato titolare inamovibile quasi al pari di Frattesi. Da allora il centrocampista brasiliano ha segnato 3 gol (Milan, Udinese e Inter) e ha raggiunto uno spessore tecnico notevole, senza tralasciare mai la fase difensiva.
Delle volte penso che, nello stretto, sia addirittura il più tecnico dei neroverdi. La qualità del tocco è evidente, indiscutibile, palla incollata al piede nel vero senso della parola. Ma proprio sul più bello, proprio quando sembra ormai salito in cattedra accanto o addirittura anche sopra Lopez, e insieme al francesino rubacchia dei palloni che non ti aspetti, oppure si inserisce per segnare a sorpresa di testa, come contro l’Inter (lui che è alto uno sputo), ecco che ne perde uno dove non dovrebbe, tipo ieri sera prima del gol di Ciurria. Non vuol dire che non ci siamo, vuol dire solo che ci siamo quasi. Bravo, dunque, bravissimo, eh, peccato ancora alcuni errori.