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Sassuolomania: il Sassuolo non è antipatico perché vince, è antipatico perché genera invidia
Ma con Dionisi seduto sulla panchina neroverde le big ci invidiano anche le transizioni fulminee. È un Sassuolo che sa alternare splendidamente manovra e ripartenza, perciò appare molto elastico, molto vario. In teoria, un po’ come sa fare l’Inter, se osserviamo il gioco al di là dei moduli di partenza. Andate a riprendervi il secondo tempo del Sassuolo contro la Juventus, con tutti quegli strappetti di Bajrami, Laurienté e Berardi in conduzione. Peccato perché il risultato poteva essere ancora più rotondo contro i bianconeri, se solo il francese non si fosse mangiato una caterva di gol (come a San Siro, del resto…). Di nuovo, viene da chiedersi come mai dei contropiedisti come Leao e Pulisic siano risultati meno pericolosi di Laurienté e Berardi. Non fatevi ingannare troppo dal gol del portoghese, parlo della prestazione nel suo insieme e della capacità della squadra di attivare questi campioni. Evidentemente Boloca e Henrique attivano meglio i propri attaccanti rispetto a Krunic e Reijnders. O piuttosto, la costruzione del Sassuolo è più versatile, meno rigida di quella di Pioli, e questo è senz’altro merito di Dionisi, non c’entra solo la qualità degli interpreti (Henrique è sottovalutatissimo, Boloca strepitoso).
E poi Berardi. Mamma mia quanto ci invidiano Berardi! Berardi che fa impazzire Danilo, Berardi che fa impazzire Bastoni… Per dirne una, contro l’Inter ha giocato 16 volte e segnato 8 gol, praticamente una partita sì e una partita no. Visto il suo stato di forma, meno male che la prossima dei neroverdi è col Monza… Occhio (della big) non vede, cuore non duole.