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    Sassuolomania: il peccato di Firenze

    Sassuolomania: il peccato di Firenze

    • Luca Bedogni
    Dopo i primi minuti di Fiorentina-Sassuolo ero abbastanza fiducioso. La squadra di Di Francesco andava ai mille, imponeva il proprio gioco al netto di qualche piccola imprecisione tecnica (ma a fine gara Sensi avrà perso ben 9 palloni, Ricci 10). Gli anni scorsi, contro i viola, i neroverdi non partivano con questa personalità, questo va detto. Tuttavia al 10' passa in vantaggio la formazione allenata da Sousa, grazie a una rete di Nikola Kalinic. Qui sta secondo me l'episodio che ha cambiato la gara, e che ha portato la Fiorentina alla vittoria finale per 2-1. Qui sta il peccato di Firenze.

    Sul secondo gol di Kalinic, infatti, cosa si può rimproverare alla difesa del Sassuolo? Nulla, direi. Chiesa punta Peluso sulla destra, non lo supera ma riesce a mettere un pallone rasoterra, sporco e appena arretrato rispetto alla posizione corretta dei centrali Acerbi e Cannavaro. Quest'ultimo, il più lontano rispetto al pallone, è in marcatura su Kalinic, lo tiene e gli copre lo specchio col corpo; eppure il croato effettua un colpo di tacco che, sebbene non irresistibile, trova uno di quegli interstizi tra le gambe dei difensori che tradiscono sempre -o quasi- i portieri. Se poi ci si mette anche il palo interno, allora è fatta.

    In occasione del primo gol, invece, il Sassuolo ha delle colpe. Innanzitutto il fallo gratuito e inopportuno concesso per la seconda volta in pochi minuti al limite dell'area. Ilicic s'incarica della punizione ma colpisce la barriera, così la palla finisce a Badelj che la alza di piattone sopra la difesa neroverde salita male. A quel punto tra Sensi e Acerbi si butta Kalinic, allunga la gamba e con un tocco astuto beffa Consigli: 1-0. Da questo momento in poi la partita prende la piega giusta per la Fiorentina, che infatti inizia a crescere nel possesso, ma non attenua le pretese del Sassuolo.

    Andata sotto, la squadra ospite si avvicina al pareggio per ben tre volte, prima con Defrel, poi con Acerbi e infine con Sensi. Due barbe al palo e un miracolo di Tatarusanu. Ancora poco prima dell'intervallo, già sotto di due lunghezze, gli emiliani sfiorano il gol questa volta con Ricci, neutralizzato da una parata in uscita del portiere viola. Ma al di là delle occasioni, un dato interessante è quello a cui accennavo sopra: la Fiorentina ha sofferto il possesso del Sassuolo soltanto nel primo quarto d'ora (3'13 vs 5'32), come avesse resistito a una sfuriata iniziale. La gestione vera è arrivata dopo, mano a mano che gli episodi giravano dalla loro parte.

    Detto questo, la sensazione che Defrel e compagni potessero pareggiare rimaneva viva, almeno fino a quando non si sono infortunati nell'ordine Gazzola, uscito al 61' per una brutta caduta, Magnanelli al 72' per un problema al ginocchio e Cannavaro nel finale (già bendato) per un contrasto a  centrocampo. Se infatti è vero che il Sassuolo ha accorciato le distanze al 76' grazie ad Acerbi, è vero anche che quel gol è nato da una mischia, dopo un errore di Tatarusanu. Per quanto volenterosi, nel secondo tempo i neroverdi hanno attaccato più con foga che con ordine, creando di fatto meno occasioni.

    Meritava probabilmente il pareggio, Di Francesco, che alla fine della partita è stato costretto a tornare a casa con altri tre infortunati, e con un match report in mano che grida vendetta. Tiri in porta Fiorentina (7), Sassuolo (6); occasioni da gol Fiorentina (7), Sassuolo (8). Ci sono però alcune voci, forse significative, dove la sua squadra ha fatto peggio, ad esempio nel numero di palle perse (47, rispetto alle 38 viola), o nei km percorsi in meno dai propri centrocampisti rispetto a quelli fatti da Vecino (12133) e Badelj (11594).

    A proposito di Milan Badelj, un'ultima considerazione: fortunato chi l'ha visto giocare il primo tempo! Non solo il disimpegno fantastico destro-sinistro, palla c'è palla non c'è + tunnel con cui ha umiliato Ricci e Pellegrini in un fazzoletto, e che ora sta girando sui social come un aforisma del De tranquillitate animi di Seneca; ma anche l'assist per il primo gol di Kalinic o quella verticalizzazione sensazionale di prima, sempre per Kalinic, conclusa male dall'attaccante croato, sono da laurea honoris causa. Scegliete voi in cosa.. 

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