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    Sassuolomania: Giampaolo, i meme e la realtà

    Sassuolomania: Giampaolo, i meme e la realtà

    • Luca Bedogni
    I maestri prima o poi finiscono nei meme. Sembrano pensati apposta. Giampaolo poi, è il personaggio dei personaggi. Alle volte un po’ bohémien, con la barba lasciata crescere, trasandato perché pensoso e di umore nero, altre volte ben curato, anche elegante, ma un po’ troppo (auto)ironico per l’ambiente che lo circonda. Così tanto ironico e sincero da passare per inetto. E allora via col meme di lui che alza il calice di vino rosso. Non l’avesse mai fatta quella foto all’osteria. Ci sono pure dei best of Giampaolo su YouTube: non le azioni migliori della sua ottima Sampdoria o dell’Empoli, ma una selezione accuratissima delle sue dichiarazioni più bizzarre in rossonero, a partire dal famoso segno della croce nella conferenza stampa di presentazione. Colpa del Milan e dei milanisti, sono stati loro a creare il personaggio da sbeffeggiare.

    Forse lui ha sbagliato e sbaglia qualcosa da un punto di vista mediatico, lo pensavo allora e lo penso anche oggi. C’è ironia e ironia: la sua sembra un po’ sveviana, si compiace quasi nel non voler trasmettere certezze, garanzie grossolane. Il problema è che poi la gente ci casca, non sta al gioco raffinato, al sorriso beffardo che in realtà nasconde il lavoro, il sapere puntuale del maestro.

    Il mondo è fatto così: quanti tifosi del Sassuolo sentendo il nome di Giampaolo accostato alla propria squadra del cuore si stanno già disperando. Perché ricordano solo certe interviste recenti, certe espressioni facciali, certi modi di fare? Perché non ricordano un Sassuolo-Sampdoria di qualche anno fa, finito 3 a 5 per i blucerchiati?  Perché non ricordano il Defrel di Giampaolo, trequartista dietro a Quagliarella e Gabbiadini? Perché non ripensano al 3 a 3 col Torino nel girone di andata di questa stagione? C’era la nebbia, okay, ma è stato comunque un bel Toro, un Toro difficile da affrontare anche per il Sassuolo di De Zerbi. E quella del Torino, non dimentichiamocelo, era una rosa molto poco adatta allo stile di gioco del maestro. Dunque? Viviamo in una realtà complessa: la verità è quasi sempre distante, sempre al di là, velata, distorta o persino coperta dalle immagini virtuali che ci fanno tanto ridere e ci tengono compagnia. Andiamo oltre, please.

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