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    Sassuolomania: fermi tutti! Berardi non è un trequartista

    Sassuolomania: fermi tutti! Berardi non è un trequartista

    Fermi tutti! Berardi non è un trequartista. O almeno fino a prova contraria. Che sarebbe poi la prova-Allegri, la prova-Juventus. Sì perché il tecnico toscano lo sappiamo fin dai tempi di Nocerino quanto prediliga le due punte, supportate da un giocatore sulla trequarti. E sono proprio i tempi di Nocerino che ci insegnano a non guardare a questo ruolo come a un ruolo destinato unicamente a rifinitori, 10 vecchio stampo. Prima Nocerino, ora Marchisio, passando per tutti i Boateng e i Saponara che volete. Ma nonostante questo, io qui lo dico e qui lo nego, Berardi non è un trequartista.

    Non lo è perché è un mancino puro, ed un mancino puro particolare: il suo modo di giocare deve molto a Di Francesco. Partire da esterno destro per poi accentrarsi, con o senza palla, è una cosa, mentre ricevere costantemente il pallone fra le due linee, dove gli spazi si riducono in un attimo, è tutt'altro. Berardi è micidiale quando può convergere, oppure quando ti affronta uno contro uno sulla fascia, o ti sfugge via coi tempi giusti, dettando il passaggio con un movimento, un taglio improvviso fra terzino e centrale.

    Mi è capitato di sostenere più di una volta, a casa di qualche amico, che il tridente neroverde, specialmente se prendiamo Sansone e Berardi e ci concentriamo sui loro movimenti e contromovimenti, dovrebbe rappresentare un caso imprescindibile a livello di didattica. Poco prima che li raggiunga uno di quei passaggi che puntualmente ricevono in una zona non casuale del campo, li vedi che s'industriano a ingannare i propri marcatori, mettendo in atto tutto un corredo di cambi di direzione, finte e controfinte senza palla, volte a conquistare un vantaggio minimo ma indispensabile sull'avversario, e tale da creare provvisorie, siano esse effimere o fatali, superiorità numeriche.  State giocando in un 4-3-3? Guardatevi Berardi e Sansone. La loro forma mentis è a tre punte, ed è tutta "colpa" del mister.

    In particolar modo, tornando a noi, se penso a Domenico. Il mio timore, dunque, è che, da trequartista (cioè alla Juve), possano imbavagliargli anche il mancino. Dico "anche", perché lo sappiamo tutti che ai mancini puri il destro tace, imbavagliato dalla nascita.

    Tutta questa campagna a favore della libertà d'espressione di Berardi, comunque, non ve l'avrei mai sottoposta, se non avessi letto, per mille ragioni che potete immaginare, l'ultimo Juvemania del collega Andrea Bosco, firma prestigiosa che consulto spesso nell'anonimato, come uno dei tanti lettori di Calciomercato.com. Nel suo articolo più recente, Bosco riprende una delle tesi con cui esordì a settembre, in veste di juvomane: Allegri per realizzare il modulo che predilige ha bisogno di un trequartista. Ergo "è Berardi l'uomo che serve alla Juve". Ergo "Berardi, non Zaza". Bosco sa che la Juve ha appena preso una seconda punta eccellente e per giunta mancina (parlo di Dybala). Sa anche che andrà via Tevez, ma che Allegri difficilmente cambierà modulo. Se poi dovesse cambiarlo, il 3-5-2 è già bell'e pronto. Così nel secondo caso, ci troveremmo di fronte allo schema più anti-Berardi che conosca, mentre nel primo, l'unica possibilità di dare senso alla trattativa imboccata da Marotta è quella che tenta di perseguire proprio Bosco, immaginandosi un Berardi trequartista. Mi sembra un po' tutto tirato e quindi dissento,  per le ragioni esposte sopra. Umilmente, cordialmente, dissento. E queste ragioni mi pare tentino di rinforzare le speranze di chi sogna ancora Berardi in neroverde, almeno per la prossima stagione. Tiro acqua al nostro mulino? Ma non c'è dubbio!

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