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    Sassuolomania: è giusto vendere Frattesi? E Dionisi, come la prenderebbe?

    Sassuolomania: è giusto vendere Frattesi? E Dionisi, come la prenderebbe?

    • Luca Bedogni
    Da due giocatori cedibili a tre non è piccolo il salto, cambia tanto, forse tutto. Specialmente se uno di questi è il leader tecnico della squadra, Berardi, e gli altri due sono Scamacca e Frattesi, proprio le principali novità tattiche introdotte da Dionisi, ad apertura di ciclo.

    Il tecnico di Abbadia San Salvatore recentemente si era detto pronto a perderne due, Berardi e Scamacca, ma adesso la Roma insiste forte per Frattesi, facendo leva sul desiderio del ragazzo che non vede l’ora di tornare in giallorosso. Paradossalmente potrebbe essere proprio lui il primo a fare le valigie, il giocatore che forse si puntava a trattenere. Ma ha bussato la Roma, e al cuor non si comanda: Frattesi ha già pronto un accordo di 5 anni per due milioni netti a stagione, praticamente il quadruplo di quello che guadagna in neroverde.

    Di fronte a questa situazione sorgono spontanee due domande: il Sassuolo fa bene a vendere in questo preciso momento il centrocampista rivelazione del campionato? E Dionisi, in risposta, come la prenderebbe? 
    Proviamo a considerare queste due prospettive nella consapevolezza che il club cercherà di trovare una soluzione sostenibile, in grado di soddisfare tutti gli attori della vicenda. In partenza infatti c’è un grosso nodo da sciogliere. Una contraddizione che porta allo stallo.  

    Per quanto riguarda la valutazione tecnica, dopo avere osservato il giocatore attentamente nel corso di questa stagione, partita dopo partita, col club e in nazionale, mi sono persuaso di una cosa: Frattesi è questo. Non credo che un altro anno di Sassuolo lo porterebbe a un livello di gioco molto superiore. Così come non credo che alla Roma diventerà chissà chi. In sostanza non vedo tutti questi margini di crescita, ed è per questo motivo che ritengo che il Sassuolo farebbe bene a venderlo subito. Volete che vi dica un limite evidente? Rispetto alle occasioni che ha, rispetto alle corse che fa, concretizza molto poco. È più quello che perde per strada di quello che raccoglie. E poi i cali nella ripresa. Frattesi è un giocatore fino al 55’, dopodiché inizia ad appannarsi. È tanto performante e generoso nel primo tempo, uomo ovunque, quanto sfiancato e poco lucido nella ripresa. Gli capita spesso, per lo meno. E ciò che rende unico Frattesi in questo momento nel panorama italiano non è certo la qualità, paradossalmente sono proprio le sue corse. 

    D’altra parte nell’ambiente di gioco costruito da Dionisi, Frattesi è fondamentale. Tant’è vero che a un certo punto dell’anno si poteva quasi individuare in lui la principale novità tattica portata dall’ ex tecnico dell’Empoli rispetto al ciclo di De Zerbi, che era caratterizzato da una coppia di interni molto più di palleggio che di inserimento (Locatelli-Lopez e varianti). Frattesi insomma è stata la chiave identitaria del Sassuolo di Dionisi, e soprattutto nel girone di andata, quando gli avversari ancora non lo conoscevano così bene. Poi è sembrato via via perdere smalto, forse per il troppo utilizzo, o perché aveva finito i colpi, o forse perché si era spento il fuoco dell’incoscienza dopo i primi interessamenti delle big. Di certo a Dionisi continuava e continua a piacere Frattesi, anche perché al momento risulta difficilmente sostituibile la funzione chiave che ha svolto. I nomi fatti fin qui non danno certo garanzie, nessuno dei giovani citati ha trascorso come lui anni da protagonista in Serie B. Inoltre il suo presunto sostituto, Harroui, si è rivelato un flop clamoroso, sarebbe da pazzi lasciargli una maglia da titolare. Quanto a Obiang, che per la cronaca tornerà ad allenarsi dopo un anno di stop dovuto alla miocardite, parliamo sempre di un’incognita. Graditissima, ma un’incognita. Insomma, senza Frattesi, il centrocampo del Sassuolo sarebbe tutto da ripensare, per non dire il gioco neroverde nel suo insieme. E Dionisi e Carnevali questo lo sanno.  

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