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    Sassuolomania: Dionisi, questo Pinamonti è innocuo. Bisogna ammetterlo e inventarsi qualcosa

    Sassuolomania: Dionisi, questo Pinamonti è innocuo. Bisogna ammetterlo e inventarsi qualcosa

    • Luca Bedogni
    L’Inter meritava di vincere, non sono tanto d’accordo con la dichiarazione di Dionisi che sostiene il contrario. Il Sassuolo, sì, ha fatto la sua partita, e i due gol subiti come al solito si potevano evitare, ma l’impressione generale è stata che più di così i neroverdi non potessero fare. Non è solo un discorso di assenze. Chiaramente Berardi e Traorè sono importanti, e il primo è praticamente imprescindibile. Però il Sassuolo sta mancando in qualcosa, nel senso che non arriva a fare di più. Il suo modo di attaccare è prevedibile, più quantitativo che qualitativo. Mi spiego meglio: a forza di inserimenti prima o poi Frattesi segna. Ecco perché dicevo che stiamo giocando per lui con questo 4-3-3. Intanto però Pinamonti continua a essere fuori dal gioco come una campana e Thorstvedt fa quello, banalizza le trame, non sale di livello.

    Mancano le combinazioni davanti, manca la creatività. L’estro di Laurienté è piacevole a vedersi, ma anche tristemente isolato. Le idee sono diventate un po’ troppo pesanti nella metà campo avversaria, un po’ troppo legnose. Ma con Thorstvedt mezzala dubito che ci si possa liberare da questa pesantezza.

    E poi Pinamonti… Continuare a mettere la testa sotto la sabbia non serve a niente. Qui o il centravanti è stato sopravvalutato o l’allenatore non lo sta mettendo nelle condizioni non dico di segnare, ma almeno di manifestarsi come entità. Perché qui non ci sono le prestazioni prima ancora dei gol. È questo il caso. Nessuno ce l’ha con lui o con Dionisi. È come se uno si arrabbiasse col tampone perché gli ha rilevato il Covid. Ebbene sì, stiamo rilevando un virus nel Sassuolo che impedisce al giocatore di fare bene. Possiamo trovargli una cura? Nemmeno l’iniezione qualitativa di Laurienté lo ha guarito. E ho il timore che non funzionerà nemmeno Berardi, la seconda dose. Proprio perché è una questione di gioco (dinamiche, strutture, compiti…) prima ancora che di compagni di reparto. Dovesse ingranare insistendo sullo stesso spartito come sta facendo Dionisi, sarò il primo ad ammetterlo, cosa credete. C’è un bell’aforisma del defunto scacchista serbo Svetozar Gligoric che centra perfettamente la questione: “A scacchi io mi sforzo sempre di giocare contro i pezzi del mio avversario piuttosto che contro di lui”. Lo stesso vale per la critica: stiamo solo osservando cosa fanno in campo i giocatori neroverdi. E il pezzo più passivo, per continuare l’analogia scacchistica, è la nostra regina.  

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