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  • Sassuolomania: Dionisi out?

    Sassuolomania: Dionisi out?

    • Luca Bedogni
    È dal 2017 che il Sassuolo non esonera un allenatore. Il debuttante in A Bucchi, succeduto a Di Francesco, venne lasciato a casa dopo 14 giornate. Gli bastarono 9 sconfitte. Oggi si potrebbe forzare il parallelo con le 9 sconfitte raggiunte da Dionisi, ma non sarebbe giusto. Per Dionisi è il terzo anno di A, il terzo anno di Sassuolo. Poi sul petto di Dionisi ci sono tante medaglie, una per ogni big match vinto. In questi anni ha battuto la Juve, il Milan, l’Inter… ricordiamoci che tra le poche vittorie stagionali ci sono proprio Inter e Juve, un controsenso grande come una casa. Per dire che non stiamo parlando del primo che vuole fare il salto in Serie A e non ci riesce.

    È anche vero che il terzo anno dovrebbe essere la sintesi, il punto di massima crescita nel ciclo di un allenatore in un club. Ma forse la pensiamo così perché abbiamo ancora negli occhi l’ascesa di De Zerbi, che ogni anno aggiungeva “senso” e “strumenti” alla rosa in una collaborazione-affiatamento con la dirigenza che a un certo punto non poteva più spingersi oltre, e per ovvie ragioni. Ecco, non riscontro più questa progettualità condivisa nelle scelte sui giocatori, non c’è più un propellente simile. È da un po’ che Dionisi sottolinea di allenare “con quello che ha”, come se la rosa messagli a disposizione da Carnevali non lo soddisfacesse, come se fosse anche quella “appena sufficiente”. Allora forse c’è qualcosa che non sta funzionando sia a livello tecnico che progettuale, forse non si è fatti l’uno per l’altro. 

    D’altra parte Dionisi, che è certamente tra i più validi allenatori italiani emergenti, dovrebbe spaccare tutto al terzo anno. Invece rimane in questa zona grigia, una sorta di limbo. E non è trattenuto strutturalmente dalla natura del club in cui allena, come lo era a un certo punto De Zerbi a cui il Sassuolo alla fine andava stretto. È come se, al terzo anno, Dionisi non stesse riuscendo ancora ad aderire perfettamente all’ambiente in cui si trova. Ma soprattutto, la sua personalità non riesce a esondare. Al momento non vedo quel qualcosa di prorompente nel suo approccio. E il Sassuolo ha bisogno proprio di questo per bilanciare i limiti evidenti della piazza. Dalla tifoseria che non esiste, dai giocatori giovani che sono sempre da “animare” e “plasmare”, dalle minacce del mercato e dalle logiche di mercato perseguite dal club per la sua sopravvivenza… insomma non deve essere facile allenare il Sassuolo. Ma intrigante sì. E se non si avverte più nell’allenatore quel gusto particolare che si prova a far crescere talenti e talentini, allora il progetto scricchiola, mostra delle crepe a cui bisogna prestare tutti molta attenzione, pena la retrocessione. Perché se negli scontri salvezza manca personalità ai singoli giocatori in campo (come si avverte che manca, ne è un esempio lampante la sconfitta col Genoa di ieri sera), bisogna che sia il collettivo a fare la differenza. E il collettivo lo plasma l’allenatore. Dunque Dionisi out? No, secondo me può ancora farcela, si merita ancora la nostra fiducia. La prossima col Milan è un toccasana…

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