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Sassuolomania: 'Defrel, ma belle'
Se l'azione tutta è stata esemplare -non bisogna dimenticare infatti che Politano s'era appena accentrato grazie a un' altra triangolazione, in dialogo con Missiroli-, la conclusione di Defrel rientra in una particolare categoria di gesti tecnici, che andremo ora a scandagliare. Per farlo, mi servirò di un aneddoto, tratto (e me ne scuso subito) dalla mia esperienza personale. Quando giocavo in Promozione, durante un'esercitazione settimanale, incrociai un tiro sotto le gambe di un difensore, trovando l'angolino lontano. Il portiere, che era molto più grande di me, un certo Fava, si complimentò a suo modo, mandandomi a quel paese col guantone alzato. Tra gli insulti, disse anche che quel genere di conclusioni distingue il giocatore intelligente dallo stolto (è chiaro che parafraso).
Sentito, il punto di vista? Sono sicuro che se intervistassimo oggi De Sanctis direbbe più o meno la stessa cosa riguardo al tiro di Defrel. Per un portiere non è affatto facile, si tratta di un tiro ingannevole, di una furbizia. Coperto dalle gambe del difensore, confidando in quella mini-barriera mobile, il portiere si prepara al tuffo sull'angolo scoperto. L'attaccante, accentrandosi, sebbene sia invogliato dal palo lontano, quello appunto scoperto, lo specchio per le allodole, se trova il tempo giusto, potrà fregare i due avversari in un colpo solo, chiudendo l'angolo del tiro all'improvviso. Al difensore infatti, il 90% delle volte, verrà naturale allungare una gamba per coprire il palo più lontano, quasi fosse un riflesso incondizionato. Ma è proprio a quel punto che va impallinato, mentre ti scopre le vergogne. Il portiere allora resterà immobile, alla De Sanctis.
Oltre al gol, la prestazione di Defrel! Cercato sempre di più dai compagni, ha saputo alternare l'affondo all'appoggio. C'è di bello che non si incaponisce, non sfonda senza criterio. Gioca coi compagni e quando è il momento fa l'assolo. Avete visto come punta l'uomo? Non è un caso che abbia segnato così, e non è nemmeno un caso che stesse per segnare una doppietta proprio dopo aver saltato Rüdiger, di nuovo in un uno contro uno. In questa occasione il commentatore di Sky ha detto una castroneria, sfruttando male un luogo comune. Si è impuntato sulla storia dei mancini che non usano il destro, in una situazione inopportuna. Defrel aveva appena saltato Rüdiger andando a destra (cioè sul suo piede debole). Poi, certamente, ha calciato di sinistro, ma solo perché il pallone era finito lì, sul suo mancino. Più semplicemente, non è riuscito a fare gol, il resto l'aveva fatto bene.
Per concludere questo articolo quasi integralmente dedicato all'attaccante francese, in occasione del suo primo gol in campionato, dirò qualcosa sulla prestazione collettiva. Intanto va ricordato pure il primo gol in Serie A di Politano, scaturito anch'esso da un'azione corale notevole, alla faccia del possesso palla stucchevole e noioso della Roma. Se confrontiamo lo sviluppo della manovra delle due squadre, per un esteta del calcio non dovrebbero esserci dubbi. Guardate come sono nati i gol della Roma: il primo è un erroraccio di Consigli (perché cercare Magnanelli tra due avversari anziché aprirla facile su Cannavaro? Eccessi.), il secondo una prodezza estemporanea di Salah, ma niente di allenato. Il Sassuolo si chiudeva nella propria metà campo e ripartiva costruendo gioco in verticale, senza passaggi pleonastici. Se chiudiamo gli occhi su alcune diagonali di Peluso, specie su Salah nel primo tempo, possiamo dirci veramente soddisfatti.
Un'ultima cosa: pare che il Sassuolo detenga la striscia di risultati utili consecutivi più lunga del momento (se comprendiamo il finale di stagione scorso) e che non perda da nove giornate. Controllate.