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Sassuolomania: De Zerbi fa bene due volte. L’Italia è un paese per Mou
De Zerbi ora sente il bisogno di fare un salto. C’è bisogno di uno stacco, un intervallo fra mondi. Ripartire con un gruppo più qualitativo, e poi altrove e dall’inizio, significa oltrepassare uno sbarramento, la prigione dorata delle medio-piccole. Rigenerarsi, ricaricarsi a un livello superiore. Avere in testa la Champions, non la palude dell’Europa League. Lottare per vincere un campionato, non per mettere sotto ogni tanto una big e specchiarsi al lunedì mattina con i soliti pensieri. Insomma il salto va fatto bene, se si fa. E se si avverte che la continuità in un progetto, la favola della continuità, avanza troppo piano o a fatica, legittimamente piano, per carità; o se si avverte addirittura che il club deve frenare o sterzare, prendere una nuova direzione, per tutta una serie di problematiche legate alla sostenibilità o al progetto tecnico, allora è giusto ammazzare le favole.
De Zerbi fa bene due volte. Non commetterà il doppio errore di Di Francesco. In primis perché a differenza di Eusebio non lascia un Sassuolo in fase discendente. Il tecnico pescarese infatti conquistò sì un sesto posto nel 2016, ma l’anno dopo, l’ultimo della sua gestione, quello dell’Europa League, fece malino e con una squadra un po’ sgangherata. De Zerbi invece lascia un gioiello, lascia al massimo. Non sarà facile da indossare questo gioiello, ma è comunque un’eredità molto preziosa per chiunque arrivi a sedersi sulla panchina neroverde.
Inoltre De Zerbi va all’estero, non in una piazza italiana blasonata (salvo sorprese dell’ultima ora). Evidentemente c’è un’aria che non fa per lui, qui in Italia (isola felice del Sassuolo a parte). Forse non vede compatibilità, non vede i presupposti tecnici e umani. D’altronde siamo un paese per Mou. Quelli come De Zerbi appena fanno un passo falso vengono affossati qui da noi. In tanti lo aspettavano al varco, in troppi. Vi ha fregati tutti. Vi ha spostato di nuovo il pallone da sotto il naso. Come farà domenica il suo Sassuolo contro la Lazio, per l’ennesima e ultima volta.