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    Sassuolomania: cosa può una barriera?

    Sassuolomania: cosa può una barriera?

    Nel pagliaio di commenti scritti, dopo la meritatissima vittoria del Sassuolo contro la Juventus, ho trovato un ago che mi ha punto. Si tratta di una considerazione di Andrea Bosco (vedi il suo ultimo Juvemania) sulla barriera disposta da Buffon, in occasione del gol di Sansone.

    Apprendiamo da qui che il Sassuolo sarebbe passato in vantaggio anche per demerito di "Gigi", reo di aver disposto la barriera "malino". Intendiamoci: il resto dell'articolo, discorso cartellini a parte, fila via liscio, è condivisibile. Quel punto, però, no. Noi distratti dalla prodezza di Sansone, mi sono detto all'inizio, vuoi vedere che ha ragione Bosco?

    Sono andato a controllare il video
    , mentre nel frattempo provavo a congetturare le motivazioni del collega, purtroppo non esplicitate nell'articolo. Quella barriera era costituita da quattro uomini più uno, Alex Sandro. In tutto, una linea di cinque giocatori a coprire il primo palo, come di consueto. L'ordine non era certo casuale: il primo giocatore era un giocatore bassino, Dybala, il secondo era Mandzukic, il terzo Pogba, il quarto Lemina. Allungavano la barriera, disturbando Alex Sandro e specialmente la visuale di Buffon, i tre centrocampisti del Sassuolo: Missiroli, Magnanelli  e Biondini.

    Avrete notato sicuramente che la parte centrale della barriera era occupata da Mandzukic e Pogba, due giocatori molto alti. E' di qui, infatti, che di solito passano le traiettorie a giro calciate da un destro,  proprio sopra la testa del secondo o del terzo uomo. Va detto inoltre che una barriera può rimanere ferma oppure può saltare, lo si decide prima a tavolino. E' chiaro che, anche per un punitore esperto, una barriera alta che salta è un problema in più. E la barriera della Juve, mercoledì, mentre il pallone calciato da Sansone sorvolava le teste dei giocatori, si era staccata da terra, compatta, di almeno trenta/quaranta centimetri.

    Resta da valutare la posizione sull'asse orizzontale. Forse Bosco li ha visi un po' troppo spostati a destra (in questo momento ci aiuta un fermo-immagine da dietro la porta, la visuale è quasi quella di Buffon quando si appoggia al palo per impartire ordini a Dybala). Perché spostata così a destra, se calcia un destro? Domanda lecita, ma prima di trasformarne il tono in un'accusa, occorrerebbe riflettere un altro pochino. Riflettere, o ricordare, come nel mio caso.

    Mentre analizzavo il video in cerca di prove, mi sono infatti ricordato di uno scambio di battute rapidissimo, avvenuto prima del fischio, col collega Alessandro Pediconi. "Calcia Berardi?" mi aveva chiesto, pizzicando nella frase successiva Donnarumma. Io rispondevo con un "Mah, da lì c'è anche Sansone. Mi sembra più intenzionato, poi si è anche procurato il fallo..". Qualche secondo dopo, il fischio di Gervasoni, la prodezza di Sansone. Cosa c'entra tutto questo con Bosco e la posizione della barriera?

    Ma sul pallone non c'era solo Sansone (un destro), c'era pure il mancino Berardi! E Buffon lo sapeva bene che Berardi era fresco della rete segnata al Milan, proprio su punizione. Così Buffon, che lo sapeva bene, nel fare la barriera ha cercato un compromesso impeccabile, tale che ne risultasse una barriera predisposta e per un destro e per un mancino (le traiettorie a giro di un destro e di un mancino disegnano archi opposti).

    Detto questo, il tiro perfetto di Sansone avrebbe sorvolato qualsiasi barriera, non c'è "un po' più a destra" o "un po' più a sinistra" che tenga, in questi casi. Sottolineo questi dettagli, perché sono convinto che anche l'esecuzione del singolo, in realtà, possa nascondere una preparazione corale. Cosa ci faceva lì, Berardi, sul pallone, se non per ingannare il portiere? Cosa ci facevano lì, i tre centrocampisti neroverdi allineati alla barriera, se non per disturbare il portiere? Poi ci vuole ovviamente, per usare le stesse parole di Buffon, la "notevole destrezza" di Sansone.

    Il gesto tecnico dell'esterno neroverde è stato perfetto. La palla si è insaccata roteando sulla rete dietro al palo, poi, prima di scendere, ha fatto una breve curva là in alto, assecondando la morbidezza delle maglie bianche. Quando va lì, quando sta lì per qualche frazione di secondo, e gira su se stessa sostenuta dalla rete che in parte la incanala e in parte la trattiene accompagnandola a terra, succede qualcosa di speciale. Figuriamoci se tutto questo accade contro la Juve dei Del Piero, di Zidane, dei Baggio e dei Platini, e con in porta un certo Buffon. Non era lenta, a foglia morta semplicemente. Una simile traiettoria arcuata, a scendere, si ottiene con un calcio secco, la caviglia rigida e la punta del piede rivolta verso il basso. Se riesce, il tiro di collo interno assume forza ed effetto, e si rivela imparabile. Guardate la postura del corpo di Sansone al momento dell'impatto. Disegna una mezzaluna i cui due corni sono la testa e il piede destro che colpisce. Guardate lo slancio breve e trattenuto del piede dopo l'impatto, poi. Anche lo slancio della gamba, infatti, determina il tiro, non ho ancora capito perché.

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