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Sassuolomania: Berardi attento, 'Djolly' Djuricic ti ruba il posto
In due anni di campionato italiano il fantasista serbo non aveva mai segnato, né con la Samp, né col Benevento. Rinato con gli Stregoni di De Zerbi (15 presenze, da gennaio 2018..), in blucerchiato lo amò più il pubblico che Giampaolo, il quale dopo un anno di prove (2016/2017, il primo), lo mise praticamente fuori rosa, costringendolo ad allenarsi da solo in palestra, mentre sul campo provava con titolari e riserve il suo 4-3-1-2. Dura per Djuricic (all'epoca nel giro della nazionale) sopportare un simile affronto. Con la Samp giocò soltanto tre partite da titolare, molto poco per un talento come il suo. Così De Zerbi captò la situazione e chiamò a Benevento un giocatore che in breve tempo sarebbe diventato il suo pupillo. Lo è tuttora, e probabilmente dopo la bella rete di ieri sera (che idea!) lo sarà ancora di più.
Djuricic per la precisione non segnava dal 19 maggio del 2016; un Genk-Anderlecht dove oltre al gol realizzò pure un assist, per Les Mauve et Blanc. Anche allora ruppe un digiuno abbastanza importante, che durava dal 15 gennaio 2014, quando segnò col Benfica in Allianz Cup. Nella stessa stagione, per dire, a 21 anni toccava il cielo trafiggendo l'Anderlecht in Champions, squadra che lo avrebbe poi accolto in prestito nel 2015/16. Ma questo era già un Djuricic calante. E' stato infatti con l'Heerenveen, nella massima serie olandese, che il talento del serbo è esploso non ancora ventenne. Nel 2011/12 fece addirittura 10 gol e 12 assist in campionato, da sommare alle 3 reti e i 5 assist in TOTO KNVB beker. L'anno dopo, sempre in Eredivisie, 7 gol e 7 assist, con altri 2 centri nella Qualificazione Europa League. Ecco, De Zerbi spera di ritrovare quella freschezza realizzativa che nel tempo, vuoi per un motivo o per un altro, Djuricic ha di fatto perduto.
Ancora a Ferrara, dopo una prestazione maiuscola, si era fatto compatire per la poca cattiveria sotto porta, nel finale, tentando un pallonetto maldestro a tu per tu col portiere spallino. Bravissimo ma inconcludente, questa la nomea. Ha un tocco così felpato che non potrà mai incidere. E invece ieri, finalmente, è arrivato il gol contro il Milan, un bel gol.
I colori rossoneri evidentemente lo stimolano (in Italia giocò forse la sua miglior partita a San Siro, nella vittoria blucerchiata del 5 febbraio 2017). Proprio come succedeva tempo fa a Berardi. Eccoci al punto: mentre il calabrese toppa (ci risiamo?), il serbo cresce e persuade.
A differenza di Berardi, Djuricic è un jolly. E' dotato di un'intelligenza calcistica probabilmente superiore, più completa. E' anche meno prevedibile nelle scelte e nel posizionamento, più difficile da marcare. E se poi ora cominciasse (tornasse) anche a segnare.. sarà difficile per De Zerbi tenerlo fuori. Quando infatti un pupillo incompiuto trova la sua via, il mentore confessa apertamente le sue intuizioni più profonde e impronunciabili: e se Djuricic per questo Sassuolo fosse davvero meglio di Berardi? E' un dubbio che a De Zerbi, forse, è già venuto.