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Sassuolomania: analisi di una batosta
Se Federico Di Francesco nella ripresa avesse segnato il gol del 3-3 sul passaggio illuminate del Boa (a proposito, bentornato King), l'Atalanta avrebbe certo preso paura, rivedendo gli spettri di rimonte già subite in questo campionato. Non è andata così, e probabilmente per come stava ieri la squadra di Gasperini (e per come stava il Sassuolo), l'Atalanta avrebbe vinto lo stesso. Con quel Gomez, quell'Ilicic lì. Tenuto conto infatti del primo tempo dei neroverdi (disastroso), mi aveva stupito, a inizio ripresa, il moto d'orgoglio dei ragazzi di De Zerbi. Sembrava persino possibile la rimonta a un certo punto. Ma non era così, non è stata sufficientemente credibile. Perché non era un calo fisico, quello dell'Atalanta.
De Zerbi ha ricordato anche la tegola Marlon (infortunatosi dopo lo 0-1), che si è andata a sommare all'assenza per squalifica di Ferrari. Fuori i due centrali titolari, si è sentito, ma da qui a prendere sei gol ce ne doveva passare. Sei fanno male, soprattutto contro una squadra che aveva fino a ieri 25 punti come il Sassuolo. E che aveva più o meno subìto lo stesso numero di gol (25 contro i 26 dei neroverdi). Si può obiettare che tanto Ferrari all'Olimpico quanto Marlon in marcatura su Zapata in occasione del vantaggio bergamasco non avessero fatto poi così bene.
Detto questo, l'assenza di Ferrari soprattutto si è sentita parecchio. Sempre in campo fino a ieri, contro l'Atalanta non è venuta a mancare soltanto la sua esperienza, ma anche la sua capacità d' influenza in fase di costruzione. Ferrari infatti, alla vigilia di Sassuolo-Atalanta, era per il Sassuolo il giocatore con il maggior numero di passaggi effettuati (1099). Chiaro poi che qualche problemino la sua assenza comporta. Nel primo tempo era perfino doloroso vedere come il Sassuolo non riuscisse a impostare. Nella ripresa, miracolosamente, qualcosa era cambiato. Poi c'è stato il tracollo finale.
De Zerbi non se l'è sentita di mettersi a specchio, optando dall'inizio per Peluso nei tre dietro. Temeva non avesse i minuti nelle gambe per reggere (ma c'era anche la carta Dell'Orco, che evidentemente non vede come centrale laterale). Aveva anche paura per lo stato di forma complessivo dei suoi giocatori: un modulo dispendioso come il 3-4-3, alla lunga, li avrebbe forse condannati a soffrire maggiormente la fisicità dei bergamaschi. Un ragionamento che sta in piedi, ma che forse lo ha portato alla disfatta.