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Sassuolomania: Allegri, Jovanotti e 4-3-1-2: con Dionisi si cambia
Quindi Alessio Dionisi? Con le dovute proporzioni, intendo. Salta fuori che gli piace Jovanotti. Ora, cosa ci può dire l’accostamento Dionisi-Jovanotti? Volendo anche niente, non preoccupatevi, non sono mica qui ad abbozzare una teoria tanto strampalata. Tuttavia a chi piace qualcuno piace certamente qualcosa di quel qualcuno, e Jovanotti ama cambiare, sorprendere i fan con sonorità nuove, trasmettere energia. Non è schematico, non è noioso o prevedibile un suo concerto, stando a quello che raccontano i più. In un pezzo può saltare e ballare come un pagliaccio colorato al ritmo di una base elettronica, in quello dopo cantare piano ‘ninna na, ninna eh’, lasciando tutti inteneriti. Jovanotti è giovane per definizione, lo dice il suo stesso nome d’arte. Ebbene, Dionisi a 25 anni, mentre faceva ancora il giocatore, ha aperto un’attività che organizza campi estivi per bambini. Così, ve la butto lì. Faceva il difensore centrale per la precisione, e dai 26 in su sempre capitano, il che significa anche un’altra cosa: leadership assicurata in tempi non sospetti. Da allenatore invece, ha appena vinto la B con l’Empoli, squadra con l’età media più bassa del campionato, farcita di millenials e Under 23. Sono solo suggestioni, eh, associazioni trasversali che non fanno male a nessuno.
Perciò rilancio e rincaro la dose: il tecnico modello per Dionisi è Massimiliano Allegri, che -immagino- nessuno l’aspettava dopo tutto ‘sto parlare di Jovanotti e gioventù. Deve esserci allora un legame profondo che ci sfugge, forse l’elasticità mentale è il comune denominatore, la voglia di sorprendere senza minare la tradizione e l’organizzazione difensiva. “Io sono abbastanza conservatore, per me il sistema di gioco esiste e i ruoli esistono eccome”, ha affermato di recente in un’ospitata, commentando le convocazioni della Germania che nella lista ufficiale ha unito centrocampisti e attaccanti in un unico gruppone.
A proposito: sistema di gioco preferito? Sostiene di non averlo, Dionisi, di adattarsi ai giocatori che allena. Il miglior sistema di gioco è quello che tira fuori il massimo dalla rosa a disposizione, un mantra tipicamente allegriano. Di fatto però è da tre anni (Imolese, Venezia ed Empoli) che Dionisi spinge sul 4-3-1-2, il sistema che avrebbe portato probabilmente anche Giampaolo e che d’altra parte ha utilizzato spesso anche il buon Max, pur senza gli stessi eccessi e fanatismi del Maestro di Giulianova.
Alla fine del discorso arriviamo a individuare una strana costellazione di riferimento per il prossimo futuro, una triangolazione di influenze da tenere bene a mente: Jovanotti, Allegri e il 4-3-1-2. ‘Questo è l’ombelico del mondo, dove non si sa dove si va a finire..’, ‘..è qui che c’è il pozzo dell’immaginazione, dove convergono le esperienze e si trasformano in espressione...’