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Sassuolomania: a chi servirà di più questa manita? Al Milan o al Sassuolo?
Come maneggiare con cura una manita, questo ci interessa. Il 5 a 2 di Milano scaccia in un sol colpo la crisi di gol e risultati che stavano attraversando gli uomini di Dionisi. Ci voleva giusto il Milan svalvolato di adesso, per cambiare registro. Ma se è vero che questo Milan fa addirittura pena per come è molle e disunito, è anche giusto riconoscere i meriti del Sassuolo. Nel farlo, diventa ancora più utile individuare le scelte di Dionisi che hanno reso possibile questa vittoria stupenda. Il motivo è semplice: il Sassuolo non può permettersi il lusso di cambiare cavallo. È un cavallo giusto, questo, e bisogna cavalcarlo per tutto il girone di ritorno.
Naturalmente mi riferisco ad alcune scelte precise di Dionisi, come la coraggiosa (e molto saggia, a mio avviso) Obiang per Lopez, una mossa che restituisce equilibrio e umiltà in mezzo al campo, e pone un punto interrogativo sulla gestione del francesino (adesso dove lo mette?). Ovviamente Traorè per il norvegese. Ma potrei citare anche la clamorosa Tressoldi per Ferrari. Dopo l’errore di Ruan nel finale di Sassuolo-Lazio, non era affatto scontata come scelta. Dionisi è stato lucido perché, in realtà, Ruan contro la Lazio aveva giocato molto bene fino a quell’episodio nei minuti di recupero. E poi c’è Defrel, che è una mezza scelta visto che il titolare sarebbe Pinamonti infortunato. Dico mezza perché il francese è pur sempre preferito ad Alvarez, giocatore ritenuto giustamente non all’altezza di questa situazione particolare. Ebbene Defrel, di necessità virtù, fa giocare meglio il Sassuolo. È più altruista di Pinamonti nelle letture offensive (talvolta fin troppo), e questa cosa si rivela utilissima nel gioco attuale di Dionisi, che richiede al centravanti del tridente un lavoro spalle alla porta molto ‘generoso’, votato alla valorizzazione degli inserimenti delle mezzali e dei tagli degli esterni. Defrel non ne soffre, Pinamonti invece sì. È questione di temperamento, quasi di indole, prima che di caratteristiche tecniche. Insomma, tolti i riferimenti scontati a Berardi e Laurienté, le certezze neroverdi, questi appena elencati sono stati i fondamenti della manita al Milan. Possiamo costruirci sopra un bel girone di ritorno?