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    Sassuolomania: a chi erano rivolte le parole di De Zerbi?

    Sassuolomania: a chi erano rivolte le parole di De Zerbi?

    • Luca Bedogni
    Quale fosse il bersaglio preciso della sfuriata di De Zerbi al termine di Torino-Sassuolo (3-2) ce lo siamo chiesti un po’ tutti, sia chi avesse visto l’incredibile finale di partita, sia chi avesse letto soltanto dichiarazioni e tabellino. Il Sassuolo vinceva 2-0 fino al minuto 77, quando Zaza ha buttato in rete il primo pallone per i padroni di casa, innescando così la rimonta.

    Intorno al sessantesimo il tecnico bresciano aveva inserito tre “giovani”, cambi di qualità in teoria. Stiamo parlando di Locatelli, Traorè e Boga. Tutti e tre giovani appunto, e qui nasce l’interrogativo. Ce l’aveva con tutti e tre?

    Erano forse rivolte anche a Locatelli le parole forti “il Sassuolo non è una terra di passaggio”? L’equivoco potrebbe generarsi dal momento che Locatelli è il giocatore più esposto ora come ora alle voci di mercato. Si parla di Juve, addirittura di City e Real. Ma il finale di Torino-Sassuolo, noi che l’abbiamo visto, ci porta a escludere categoricamente questa possibilità. Locatelli è entrato giusto, come si richiede a un giocatore del suo calibro, a testimonianza del fatto che il suo cammino di maturazione è quasi completato. Non ha alcuna responsabilità sui fatti di Torino, meglio dunque spostare la nostra attenzione sugli altri due indiziati: Traorè e Boga.

    Junior non ha brillato, d’accordo, ed ha una certa colpa sul secondo gol del Toro, quello realizzato da Mandragora. Spettava a lui seguirne l’inserimento in area, l’ha perso lui. Ma il secondo gol del Torino è stato anche molto fortuito, essendo figlio di un tiraccio deviato dal povero Obiang e poi respinto in qualche modo da Consigli (Mandragora spunta e fa tap-in). L’errore di Traorè insomma è nella natura del gioco. Va segnalato ma per la dinamica è anche (ahimè) “comprensibile”. Traorè, tra l’altro, pur non attraversando oggi il suo momento migliore, si è dato comunque da fare in una fase estremamente difficile della partita. Aveva fatto anche una cosa molto bella: al settantesimo aveva lanciato in porta benissimo Caputo... Insomma, i tuoni di De Zerbi suonerebbero molto sproporzionati se li sentissimo indirizzati verso Traorè. Va bene, è giovane e c’è sempre dietro la Juventus, ma l’atteggiamento visto in campo ieri non era quello da “terra di passaggio”. In generale Traorè non sbaglia sotto questo aspetto.

    Purtroppo non possiamo dire lo stesso di Boga. Siamo arrivati al dunque. De Zerbi molto probabilmente ce l’aveva con lui, e non senza ragioni. Dei tre cambi “giovani” è stato senz’altro il suo quello più deludente, perché oltre ad aver perso tanti palloni, fra cui quello pesantissimo da cui si è originato il 3-2, Boga è apparso di una mollezza, di una passività davvero irritante. Il fantasma del fantasma di sé stesso. La cosa fa arrabbiare, ma anche preoccupare. C’è in ballo il suo talento. Boga dà l’impressione di non aver capito bene una cosa: prima dell’anno scorso (11 gol e 4 assist in campionato) non era nessuno, non aveva fatto ancora niente. E prima di essere allenato da De Zerbi Boga aveva fatto ancora meno, solo 2 gol in Championship col Birmingham City in 31 presenze. All’ inizio di questa stagione tuttavia Boga col suo entourage voleva già andare a Napoli. È stato trattenuto con uno sforzo importante, rinunciando a un incasso notevole da parte della società neroverde. E Boga evidentemente -questa è l’impressione che sta dando a tutti, e a questo probabilmente si riferiva De Zerbi ieri- è rimasto controvoglia. Consciamente o no, Boga lo sta facendo pesare, e tratta il Sassuolo come “una terra di passaggio”. È un comportamento puerile da cui andrebbe salvaguardato, perché ripeto: il Boga dell’anno scorso non torna magicamente con l’aria di Napoli. Non è affatto sicuro che Boga possa tornare a raggiungere quel livello, se oggi manca di sostanza morale, lo spessore che deve avere un giocatore per confermarsi in Serie A. 

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