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De Zerbi: 'Non firmo per il 4° posto. Solo Messi dribbla meglio di Boga, Locatelli ha sovrastato Wijnaldum. Il futuro...'
SU BOGA E LOCATELLI - "La logica del grande club è differente, devi dare tutto e subito. Al Sassuolo è più facile concedere del tempo. Per me Raspadori se continua così diventerà il centravanti della Nazionale; se Traoré riuscirà a mettere ordine e concretezza nelle sue intuizioni avremo un gran giocatore. Se mostrano qualità e voglia di lavorare, qui li si aspetta".
SU BERARDI - "Il suo caso è comprensibile soltanto conoscendo bene la persona: è un ragazzo genuino, consapevole della sua forza ma anche del fatto che è il suo ambiente a conferirgliela. I suoi amici, i suoi affetti. Domenico è spiazzante, perché siamo abituati a un mondo in cui tutti vogliono salire di più, brillare di più, guadagnare di più. La sua permanenza felice al Sassuolo va contro le regole".
SUL SASSUOLO - "Senza l’Europa, il ciclo di questo gruppo sarebbe concluso e l’anno prossimo si dovrebbe ripartire su basi nuove. È un campionato molto anomalo, le coppe ogni settimana incidono moltissimo, non credo che ritroverà una normalità prima dell’anno nuovo. Noi dobbiamo approfittarne, giocare una partita alla settimana è un indubbio vantaggio. Comunque diciamo pure che non firmo nulla, nemmeno per il 4° posto. Anche perché mi toglierei tutto il divertimento di una stagione da decifrare. Senza pubblico, poi, è come combattere a mani nude quando sei abituato a un duello con le armi da fuoco".
SUL SUO FUTURO - "Guardi che non è assolutamente detto che me ne vada, anzi. Potrei trovare molto stimolante giocare in Europa col Sassuolo, o magari impostare il nuovo ciclo".
SUL SUO CALCIO - "Guardiola? Seguo diversi suoi principi, quelli del gioco posizionale. Raggiungere l’uomo smarcatosi al di là della linea avversaria, il sunto è questo. Volendo schematizzare, i tre cardini che mi interessano sono la tecnica individuale, senza la quale non puoi palleggiare nella tua metà del campo, la comprensione del gioco, che passa anche attraverso concetti come la postura giusta nel ricevere e il passaggio preciso sul piede forte del compagno, e infine il coraggio di accettare l’errore. Ma non mi faccia passare per filosofo anche lei, ogni allenatore ha la sua scala di valori. Io filosofo? Nel calcio viene usata in senso dispregiativo. A Benevento si diceva che volessi fare bella figura io fregandomene dei risultati della squadra. Avreste dovuto vederci negli spogliatoi di San Siro a festeggiare una vittoria sul Milan che spostava semplicemente di 24 ore la retrocessione matematica. Altro che disprezzo del risultato. Poi è vero che mi piace giocare all’attacco, e che dedico l’80% del lavoro settimanale alla fase offensiva. Nasce da qui l’esigenza delle coperture preventive. Se limitassi la difesa al 20% perderemmo tutte le partite. Se invece, allenando l’attacco, curo le posizioni in modo da non farmi trovare sbilanciato una volta persa la palla, ho unito le due fasi".