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    ​Sassoli, tifoso viola e volto dell’Italia onesta, avrebbe meritato il Quirinale

    ​Sassoli, tifoso viola e volto dell’Italia onesta, avrebbe meritato il Quirinale

    • Marco Bernardini
      Marco Bernardini
    Addio David, troppo presto anche tu”. E’ la frase, semplice ma toccante, con la quale Gaia Tortora l’altra figlia di Enzo, il mai dimenticato e perseguitato da una giustizia ingiusta, ha voluto rendere omaggio al presidente dell’Europarlamento David Sassoli scomparso ad appena sessantacinque anni a causa di un male incurabile. Il “tweet” di Gaia cade in un mare di lutto e lo appesantisce ancora di più aggiungendo il dolore per la morte del politico-giornalista a quello per la dipartita, appena il giorno precedente, della cinquantanovenne Silvia. Nel giro di quarantotto ore la nostra società ha perso due figure esemplari per onestà intellettuale e coraggio civile.

    Silvia Tortora era il manifesto in replica di quello che aveva scandito, non soltanto professionalmente, l’attività di suo padre Enzo il quale suo malgrado fu il protagonista di una delle tante pagine buie per le quali un Paese democratico dovrebbe provare una assoluta vergogna. Quello di Enzo Tortora, in realtà, fu un delitto di Stato a livello preterintenzionale. Il giornalista genovese venne infatti ucciso da un cancro che era il figlio del devastante dolore causato dalla prepotenza strumentale di una Giustizia capovolta e meschina. Silvia, come Gaia, ancor a oggi si batteva nel nome del padre a favore degli innocenti in carcere.

    David Sassoli, già presente quando era un semplice giornalista televisivo sui diversi campi di battaglia per la difesa dei diritti civili e della democrazia in senso ampio, aveva raddoppiato i suoi sforzi dal giorno in cui era stato eletto come primo responsabile del buon funzionamento del Parlamento Europeo. Soprattutto nella disputa a favore dei diseredati e dell’accoglienza aveva dato tutto se stesso arrivando ad alzare anche la voce pur di farsi ascoltare, lui che era una persona mite e pacata. Un fiorentino atipico, ironico ma allo stesso tempo imparziale e attento nel dire mai “io” e sempre “noi”. Non allo stadio, dove tifava per i viola senza se e senza ma ricordando che lui era nato l’anno in cui la Fiorentina vinceva il primo scudetto.

    Tra pochi giorni i grandi elettori si ritroveranno per decidere e per votare l’uomo che dovrà sostituire il presidente uscente Sergio Mattarella che soltanto un cataclisma, forse, potrebbe convincere a fare marcia indietro e a rimanere. Il nome di David Sassoli, ultimamente, aveva cominciato a circolare con una certa insistenza e con buona logica nei corridoi della politica come possibile nuovo inquilino del Quirinale. Un uomo veramente super partes del quale l’Italia avrebbe avuto un gran bisogno e grazie al quale avrebbe potuto presentarsi al mondo a testa alta e schiena ritta. Un privilegio che, purtroppo, ci sarà negato.

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