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Sarri stratega, si affidi alla Finocchiona...
Un tempo non era così. Rocco, Frossi, Wicpalek, Boskov, Valcareggi… non si vergognavano delle loro pance. Rocco davanti ad Hamrin, una delle ali più smilze e sguscianti delle nostre scene calcistiche, faceva fuori uno sfilatino con fette di carrè affumicato di maiale, cetriolini e rafano. Hamrin era arrivato al duecentesimo palleggio (piede di sopraffina sensibilità) e Rocco affrontava il secondo panino imbottito col prosciutto di Sauris. Il Merlot lo teneva in una borraccia foderata di sughero, per pudore. Oggi, un recente accenno di Benitez (era ancora allenatore dei Blancos) ai metodi di Mou ha ricevuto - per tutta risposta - una domanda: “Ma perché l’attuale allenatore del Real è così grasso? Non un buon esempio per i giocatori…”.
Dei nostri, l’unico relativamente gaudente oltre a Ventura e Castori, che, pur essendo uomo del sud si è convertito a lasagne e cotechini, pare essere Sarri. Napoletano di nascita, ma toscanissimo di costumi, sembra non possa fare a meno della sigaretta e nemmeno della finocchiona.
La finocchiona è quello squisito insaccato di maiale composto da carne macinata insaporita con semi di finocchio e bagnata col vino rosso. La sua preparazione risale al tardo medioevo e si dice che l’uso di semi di finocchio selvatico fosse dovuto alla necessità di sostituire i più costosi grani di pepe. Tipica di tutta la dorsale della Toscana centrale, quella che va da Firenze a Siena, conosce una squisita variante: la Sbriciolona: a pasta molto più molle e a breve stagionatura, ma sempre con gli immancabili semi di finocchio.
Machiavelli in alcune sue lettere declama la grandezza di questo salume di cui dice di non poter fare a meno. Un po’ come succede a Sarri, grande tattico. Diventerà un grande stratega del calcio, così come Machiavelli lo fu della politica?