Saponara: 'Sampdoria, fidati di me, voglio la Nazionale'
Oggi Saponara, dopo un'esperienza vissuta tra alti e bassi alla Fiorentina, è pronto ad una nuova sfida con la Samp. E ha un obiettivo ben preciso: "Penso di essere ancora in corsa per il sogno più grande della mia carriera, la nazionale" ha detto il trequartista a Il Secolo XIX. "Per me la maglia azzurra certifica la realizzazione oggettiva di un giocatore. È quello che ho sempre rincorso è che l'andamento altalenante della mia carriera non ha favorito... Ma penso di essere cresciuto, soprattutto umanamente, per giocarmela più di prima. La testa è fondamentale, mi sorprende che nel calcio venga ancora tanto sottovalutato e snobbato questa aspetto di una persona, prima che gli un calciatore. E di conseguenza le prestazioni".
Spesso a Saponara è stata imputata una sensibilità molto sviluppata. "Mi dà fastidio che venga vista solamente come una debolezza. In passato mi ha creato difficoltà però lavorandoci, imparando ad accettarla e a riconoscerla, può diventare una grande arma sul campo. Ho lavorato con un mental coach per tre o quattro anni fino al 2014 prima che andasse al Milan. Ora lavoro con una psicologa con la quale ho già raggiunto ottimi risultati" ha spiegato l'ex Fiorentina. "Lo dico spesso con i miei genitori. Dovrei infischiarsene di più di molte cose. Ma non ce la faccio... Superficiale proprio no. Però una volta vivevo le mie emozioni negativamente come un ostacolo, una limitazione. Ora le riconosco, la assimilo più semplicemente, riesco a sfogarle in prestazioni e energie".
La Samp e Sabatini erano nel destino di Saponara: "Eldo Bencini, l'uomo che mi scoprì, mi ripeteva che conosceva un ds importante, il migliore. Voleva presentarmi a lui, mi diceva che gli sarei piaciuto e che mi avrebbe apprezzato. Si chiamava Walter Sabatini, ora lo ritrovo alla Samp. Un cerchio che si chiude. Giampaolo? Stesse metodologie e ideologie di Empoli. Penso che lui ritrovi un ragazzo cresciuto. Tonelli a Empoli mi presto la casa quando ebbi la varicella. Tornò da sua mamma a Firenze... Il debito lo estinguo 'sopportandolo' tutti i giorni come compagno e amico, perché pure lui è una testa matta". Domani c'è l'esordio in casa: "Sono curioso di giocare al Ferraris. Di provare da blucerchiato la spinta di una tifoseria che per un avversario è un ostacolo. Mi fido della Samp, la società che ha creduto in me, dell'allenatore, dei compagni con cui ha giocato sia contro che accanto. La Samp si deve fidare di me - conclude Saponara - trova un ragazzo cresciuto che può dare tanto".