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Sanremo 2025, le pagelle di CM: la giocata da campione di Cristicchi, Rkomi da retrocessione
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GAIA - 6: Sguardo che spacca la telecamera e capello lungo moro, si scrive Gaia si legge Morticia Addams; la cantante italo brasiliano ricorda la famosa capo-famiglia della casa più spettrale della storia. Qualcosa da rivedere sul look in stile Madre Natura di Ciao Darwin, per il resto si porta a casa la sufficienza.
FRANCESCO GABBANI 8 - Come al solito, Francesco Gabbani sbaglia domani. E' quel giocatore che continua a collezionare skills sbagliando sempre meno. Al suo terzo Festival di Sanremo, dopo la vittoria di "Occidentali's Karma" e il secondo posto tre anni dopo con "Viceversa" si candida di nuovo per il podio. Che potrebbe andargli anche stretto...
RKOMI 3,5 - E' un cantante da lotta salvezza, come quella squadra che cambia 3/4 allenatori per cercare la svolta durante la stagione. E, di solito, alla fine non arriva mai e finiscono puntualmente in B. Look discutibile con una giacca bianca a petto nudo, qualche stonatura e ritmo della canzone che annoia. Occhio alla "zona retrocessione" da ultimi posti.
NOEMI 7,5 - Dopo aver dribblato le scale con l'assist di Carlo Conti "scende in campo" (arriva sul palco) e fa la sua partita: una delle migliori voci di quest'edizione, ingiocabile.
IRAMA 6,5 - Nel 2016 ha debuttato tra le Giovani Proposte, oggi sembra uno di quei giocatori tirati su a costo zero e pronti per una plusvalenza facile. Eh sì, perché il ragazzo è cresciuto e ora "in campo" (sul palco) tira fuori personalità e leadership. Si prende la scena e gli applausi, trascinatore.
COMA_COSE 5 - Bene il testo, uno di quelli che vanno sentiti più volte per apprezzarli. Alt, il ritornello è altra cosa: per noi è un no secco, di quelli che arrivano durante il mercato a chi prova l'assalto a giocatori incedibili. Sembra un remix di Cristina D'Avena, rispetto per Fausto che cantando "Cuoricini" tira su l'asta del microfono esaltandosi come fosse una rockstar.
SIMONE CRISTICCHI 9 - Si prende la standing ovation dell'Ariston in stile Totti e Del Piero al Bernabeu. Qui, però, si parla di vita: la giocata da campione è stata aprire il suo cuore a tutta Italia, raccontando l'alzheimer della madre con un brano commovente in ogni riga di testo. Lui fatica a trattenere l'emozione. Non finge, non esagera: si è presentato così, senza filtri. Vero, puro. Chissà se riuscirà a raccontare alla madre quello che è successo stasera.
MARCELLA BELLA 4 - Diciamoci la verità: ne sentivamo il bisogno? Probabilmente no, eppure era lì, in scaletta. Quest'anno è stata scelta lei come una parte della quota "Over 70", una di quegli artisti scelti per attirare l'attenzione delle vecchie generazioni. 72 anni e l'entusiasmo di una ragazzina, look alla Valderrama e la testa che vola a Francia '98: quell'estate era già a quota 6 partecipazioni al Festival di Sanremo; oggi siamo a 9, ma non è necessario arrivare in doppia cifra.
ACHILLE LAURO 7: da lui si aspettavano tutti un nuovo show, in tanti erano convinti che avrebbe fatto qualcosa delle sue. L'entrata sobria avrebbe potuto avere la sorpresa dietro l'angolo, lui però ha confermato lo stile d'entrata facendo una delle esibizioni più semplici di sempre. Niente sacramenti e nessun doppio senso, finalmente ci siamo concentrati solo sulla sua voce. Ne valeva la pena.
GIORGIA 8 - Sesta partecipazione al Festival di Sanremo, alzi la mano chi si è stufato di sentirla... Impossibile, dai. Capitano, leader, punto di riferimento per i giovani e per i nuovi. La pieghi ma non la spezzi; e se nel calcio la maggior parte delle volte la maglia pesa, nella musica quando senti il suo nome è sempre una garanzia: un uno fisso sul quale giocarsi pure la casa.
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WILLIE PEYOTE 7,5 - La canzone di Peyote è una di quelle che sta bene ovunque, è il modulo perfetto per ogni allenatore: fluidità e giro palla, fosse con Guardiola avrebbe il posto fisso da titolare. Il suo brano va bene per ogni contesto: lo puoi ascoltare ovunque, con chiunque. Non ha rinunciato al calcio sul palco dell'Ariston, portando il colore granata sui vestiti delle coriste. E sulle sue scarpe bianche c'era lo stemma del Toro.
ROSE VILLAIN 7 - Questa canzone tira fuori tutta la potenza della sua voce, avete presente quei tiri da fuori area che finiscono all'incrocio? Ecco, ha mirato proprio lì all'angolino. E ha fatto centro. Bene anche l'assist dell'orchestra, ma lei sul palco dell'Ariston ha finalizzato alla grande.
OLLY 8 - Occhio, perché in pochi ne parlano ma può diventare l'outsider di quest'anno. Una gran voce, potente ai livelli di una punta di sfondamento, tira fuori personalità e la voglia di spaccare tutto, sale sul palco con l'entusiasmo di una neopromossa che se la gioca a San Siro. E' tifoso della Sampdoria, ma per lui la promozione è già arrivata: ora è da zona Champions.
ELODIE 5 - Chi si aspettava Elodie, ha avuto Elodie. Niente di più. Fa il compitino, ma non cerca mai l'affondo. Catenaccio di un'ora per tenere l'1-0, filosofia di un calcio che non esiste più. E' un allenatore che, rimasto senza panchina, non si è aggiornato per evolversi e modificare il suo stile.
SHABLO ft. GUÈ, JOSHUA, TORMENTO 4 - Ci si aspettava un quartetto stile Zidane, Figo, Ronaldo e Raul stile Real dei Galacticos ci sarà rimasto male, il poker di artisti sul palco dell'Ariston non entusiasta e non lascia nulla di nuovo: l'impressione è che siano fuori contesto, una delusione per molti.
MASSIMO RANIERI 6 - Provateci voi a emozionarvi ancora a 73 anni, dopo mille premi e sette partecipazioni al Festival di Sanremo. Lui ci riesce, ancora prima di iniziare a cantare. Un po' in difficoltà con la voce, ma possiamo chiudere un occhio e con la sua esperienza arriva alla sufficienza piena.
TONY EFFE 6,5 - Porta al Festival l'amore per la "sua" Roma, canta in dialetto e si prende gli applausi dell'Ariston. Quasi una poesia da sussurrare all'orecchio della città eterna. Al debutto al Festival di Sanremo si prende un rischio importante e gli manca un po' d'aggressività, applausi al lavoro di scouting di chi ha creduto in lui.
SERENA BRANCALE 6 - Un po' Miley Cirus e un po' Malyka Ayane, lei non vuole etichette e va avanti a testa bassa. Determinata a essere se stessa, con la sua accento barese che la contraddistingue. Dieci anni fa aveva debuttato tra le nuove proposte e ora l'esordio nella categoria Campioni, uno step successivo in una carriera in rampa di lancio.
BRUNORI SAS 8,5 - In tanti si sono commossi per il testo di Brunori Sas, quasi avesse un filo conduttore che lo lega al brano di Cristicchi: due momenti diversi per guardare la vita. Una coppia da gol a raffica nella porta del cuore, si compensano e si completano. Farebbero la felicità di ogni allenatore.
MODÀ 6,5 - Quel K10 tatuato sull'avambraccio destro di Kekko dei Modà lo piazza automaticamente sulla trequarti, nel ruolo del fantasista. E' il numero di chi ha il guizzo del genio e fa il passaggio decisivo, quello che inventa la giocata e si inventa il super-gol. Lui frontman del gruppo, ha trascinato la sua squadra portandola oltre la sufficienza.
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CLARA 7 - Da pop star a Top star non è proprio un attimo, ma lei è sulla strada giusta. Il percorso è segnato, alla sua seconda partecipazione al Festival di Sanremo si riprende gli applausi dell'anno scorso, in tanti la ricordano nella serie di successo "Mare Fuori" ma ormai la Clara cantante ha superato l'attrice. Doppietta sul palco dell'Ariston tra l'anno scorso e quest'edizione, anche stavolta ha centrato il brano.
LUCIO CORSI 6 - Lucio Corsi è quell'esterno a tutta fascia al quale non devi dare troppe indicazioni: sai che corre, corre, corre. E prima o poi sul fondo ci arriva. Ha messo in campo creatività e fantasia come un numero 10 di raccordo tra centrocampo e attacco, è uno di quegli artisti che possono tirare fuori il guizzo in qualsiasi momento.
FEDEZ 6,5 - Dopo aver fatto parlare tutti ascoltando in silenzio (o forse no), adesso ha parlato lui: Fedez partecipa al Festival di Sanremo con un testo forte e qualche frecciatina all'ex moglie, racconta il dolore passato nell'ultimo periodo e lo fa senza giri di parole; tirando fuori quell'urlo strozzato troppe volte in gola. Finita la musica, esce di scena. Non vuole commentare, si richiude nel suo silenzio. E si prende la sufficienza per aver avuto il coraggio di toccare un tema delicato.
BRESH 6,5 - Ha dato tutto se stesso, non gli si può dire nulla. Maglia sudata a fine partita, non ha mai tirato indietro la gamba mettendo in campo il 110%. Ha fatto più di quello che ci si aspettava, aveva lo sguardo di chi crede in quello che dice, di chi sta vivendo quella storia che canta. La conosce, è sua. E così la racconta in versi. Trasforma le canzoni in hit, trasmette emozioni a chi lo ascolta.
SARAH TOSCANO 5 - E' l'artista più giovane della rosa di Carlo Conti, fa l'ultimo respiro prima di scendere la scalinata e riprende fiato quando finisce l'esibizione. Un po' emozionata mentre canta e si sente, del resto salire su quel palco è come fare l'esordio in uno stadio da brividi.
JOAN THIELE 6 - Canta a mezzanotte passata, qualcuno si ricorda quel nome in una rosa del Bologna Anni '90 ma probabilmente sbaglia, lei si emoziona dedicando la canzone al fratello (nato da padri diversi). L'emozione però la dribbla quando inizia l'esibizione, doppio passo e via: conquista il palco e quando canterà in prima serata lo farà ancora di più. Per adesso, sufficienza d'incoraggiamento.
ROCCO HUNT 5,5 - La spinta in più gli è arrivata dal figlio che lo guardava da casa: primo Sanremo da papà, è mancata solo l'esultanza con il ciuccio. Riempie il palco, ma con quella melodia sembrava un po' fermo alla sua ultima partecipazione al Festival dieci anni fa.
FRANCESCA MICHIELIN 5,5 - In dubbio nel "prepartita", l'artista stringe i denti e sale sul palco nonostante un tutore alla gamba destra messo dopo una caduta dalle scale dell'Ariston durante le prove. Un po' di emozione prima di iniziare l'esibizione, è tesa ma ritrova la tranquillità quando riprende il possesso: il dolore non la ferma e va spedita come un treno. C'è qualcosa che non convince, canzone da risentire.
THE KOLORS 5 - E' quasi l'una quando salgono sul palco i The Kolors, e quell'occhio a metà, che si sta per chiudere, all'improvviso... sì, non regge e si chiude. Magari non per colpa loro, sfortunati a essere l'ultimo gruppo della prima serata. Il testo è da riascoltare, perché in apertura di serata c'è chi lo imparerà in pochi minuti.