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Alexis Sanchez è un fallimento. E la colpa non è solo di Mourinho VIDEO
DELUSIONE - I numeri sono impietosi, da quando indossa la maglia numero 7 che è stata di Best, Cantona, Beckham e Cristiano Ronaldo, Alexis ha giocato 23 partite per un totale di 1874 minuti, segnando solo 3 gol e regalando ai compagni solo 6 assist. In Premier League la situazione sottoporta è preoccupante, l’astinenza dura da 831 minuti (dalla sfida con lo Swansea del 31 marzo), un dato inaccettabile soprattutto in considerazione dello stipendio, 400 mila sterline a settimana, che fanno dell’ex Udinese e Barcellona il giocare più pagato della rosa. Svogliato e pasticcione, Sanchez non gioca un’intera partita di campionato dal successo all’esordio contro il Leicester, contro i Wolves, sabato scorso, è stato sostituito per la terza partita di fila.
NON SOLO MOU - Sanchez è un fallimento, dietro al quale ci sono diverse ragioni. La prima è legata a Mourinho, l’allenatore che l’ha voluto fortemente, che non stato però capace di trovargli una collocazione tattica che possa esaltarne le caratteristiche e di costruire con il diretto interessato un rapporto costruttivo. La seconda, quella più importante nel giudizio finale, è la scarsa leadership che il cileno ha dentro il campo e nello spogliatoio. La presenza di Pogba, Lukaku e dello stesso Fellaini è ingombrante, Sanchez soffre il fatto di non poter calamitare tutte le attenzioni, di non essere quello che risolve i problemi, quello “dell’ultimo tiro”, come succedeva all’Arsenal. Qualcosa, insomma, deve cambiare, ognuno deve fare la sua parte, a partire da Sanchez, che all’interno del Manchester United deve trovare il suo equilibrio. Solo così può dimostrare che il Niño è ancora Meravilla.