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    Alexis Sanchez è un fallimento. E la colpa non è solo di Mourinho VIDEO

    Alexis Sanchez è un fallimento. E la colpa non è solo di Mourinho VIDEO

    • Federico Zanon
    Il più pagato, ma anche il più criticato. Da qualche settimana Alexis Sanchez è diventato un grosso problema per il Manchester United, che ora inizia a farsi qualche domanda. Solo dieci mesi fa la famiglia Glazer metteva in piedi, con l’Arsenal, un’operazione da oltre 50 milioni di sterline (compreso il cartellino dell’armeno Mkhitaryan) per strapparlo alla concorrenza dei rivali cittadini del Manchester City, in questi mesi il cileno non ha però fatto nulla per meritare l’investimento, passando da essere un colpo sensazione a “un ricco mediocre attaccante”, per citare uno dei tanti post apparsi sui social dopo il pareggio interno contro il Wolverhampton.

    DELUSIONE - I numeri sono impietosi, da quando indossa la maglia numero 7 che è stata di Best, Cantona, Beckham e Cristiano Ronaldo, Alexis ha giocato 23 partite per un totale di 1874 minuti, segnando solo 3 gol e regalando ai compagni solo 6 assist. In Premier League la situazione sottoporta è preoccupante, l’astinenza dura da 831 minuti (dalla sfida con lo Swansea del 31 marzo), un dato inaccettabile soprattutto in considerazione dello stipendio, 400 mila sterline a settimana, che fanno dell’ex Udinese e Barcellona il giocare più pagato della rosa. Svogliato e pasticcione, Sanchez non gioca un’intera partita di campionato dal successo all’esordio contro il Leicester, contro i Wolves, sabato scorso, è stato sostituito per la terza partita di fila. 

    NON SOLO MOU - Sanchez è un fallimento, dietro al quale ci sono diverse ragioni. La prima è legata a Mourinho, l’allenatore che l’ha voluto fortemente, che non stato però capace di trovargli una collocazione tattica che possa esaltarne le caratteristiche e di costruire con il diretto interessato un rapporto costruttivo. La seconda, quella più importante nel giudizio finale, è la scarsa leadership che il cileno ha dentro il campo e nello spogliatoio. La presenza di Pogba, Lukaku e dello stesso Fellaini è ingombrante, Sanchez soffre il fatto di non poter calamitare tutte le attenzioni, di non essere quello che risolve i problemi, quello “dell’ultimo tiro”, come succedeva all’Arsenal. Qualcosa, insomma, deve cambiare, ognuno deve fare la sua parte, a partire da Sanchez, che all’interno del Manchester United deve trovare il suo equilibrio. Solo così può dimostrare che il Niño è ancora Meravilla
     

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