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  • Samuel: 'Non potevo rifiutare l'Inter. Penso ad un futuro da allenatore'

    Samuel: 'Non potevo rifiutare l'Inter. Penso ad un futuro da allenatore'

    Intervistato in argentina da El Grafico l'attuale collaboratore di Stefano Pioli all'Inter, Walter Samuel, ha parlato a tutto tondo del suo presente e futuro in nerazzurro confermando la volontà di fare un passo in più nel suo percorso di crescita: "Stavo lavorando da circa un mese come scout per l’Inter, seguivo giocatori per la prima squadra. Poi è arrivata la notizia dell’allontanamento di Frank de Boer. Quando è arrivato Stefano Pioli, è stato lui a chiedermi di lavorare con la squadra e mi inserì nel suo staff"


    IL RAPPORTO CON PIOLI - "Non ci conoscevamo personalmente, avevo solo giocato contro squadre allenate da lui. Quando ci siamo riuniti, ho voluto sapere se l’interesse nei miei confronti era spontaneo o no. Lui mi disse di sì e mi propose di entrare tra i suoi collaboratori. Ci ho pensato qualche giorno, volevo tranquillità dopo 20 anni di carriera. Poi però ho valutato tutto e ho capito che per me era un’opportunità unica della quale non potevo non approfittare. Il momento della squadra non era il migliore, ma c’era un grande organico e la cosa mi interessava. Mi sono inserito gradualmente, all’inizio con un po’ di vergogna perché ancora c’erano dei miei ex compagni. Ma per fortuna le cose sono andate bene".

    LAVORO COMPLETO - "Non lavoro solo coi difensori, tutti facciamo tutto. Prepariamo l’allenamento del giorno, guardiamo video, io stesso sono parte attiva negli esercizi a volte. L’idea è quella di svolgere allenamenti intensi. Suggerisco un esercizio che poi mettiamo in pratica, in questo senso è un bene lavorare con un tecnico come Pioli. A me piace partecipare, essere interpellato, non essere lì tanto per esserci. Non vado in panchina durante la partita: vado sulle tribune con altri due ragazzi e da lì prendo appunti e faccio foto, poi nell’intervallo vado negli spogliatoi".

    FUTURO IN PANCHINA - "La mia idea è quella, ci proverò. Mi sono reso però conto che non è facile mettersi davanti ad un gruppo. Sono sempre stato un po’ introverso, tutto questo mi sta dando esperienza. Il mio futuro è sul campo, mi piace molto. I giocatori mi chiamano Walter, alcuni coi quali ho più confidenza come Rodrigo Palacio mi chiamano 'Cabeza'".

    PERCHE ' NON HA CHIUSO IN ARGENTINA - "Ci sono stati alcuni discorsi informali con il Boca Juniors e con il Newell’s Old Boys, ma non se ne è fatto nulla. Diego Milito insisteva per farmi giocare nel Racing, mi ha messo in contatto con Diego Cocca; l’ho ringraziato ma ho declinato".


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