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Sampmania: tutti al mare a maggio. Di nuovo
Però la corrente filoaziendalista che autoimpone ai tifosi di non essere ambiziosi, di non sognare in grande, proprio non la comprendo. Il tifoso per sua natura è chiamato a volare con la fantasia. Anzi, ritengo che sia un vero e proprio dovere degli appassionati di calcio puntare sempre alle stelle. Con un minimo di equilibrio e consapevolezza, certo, ma lo sguardo deve essere rivolto alla luna. Se si toglie la possibilità di sognare, se si rimuove la componente romantica al calcio, se si riduce il tutto a conti, numeri, azienda, beh, a quel punto è la stessa accezione di tifo a dover essere messa in discussione. Nella parola 'tifoso' è connaturata una sfumatura importante: non è obbligatoria la razionalità, per esserlo. E allora sì, è comprensibile che gli appassionati dei colori blucerchiati siano rimasti delusi e scottati da un 1-0 in Emilia che sa tanto di beffa. La cosa che nessuno, ma proprio nessuno digerisce è la Samp svogliata e totalmente disinteressata che si 'ammira' (per modo di dire) lontano dal Ferraris. Forse perchè sa quasi di presa in giro.
Questa volta, la truppa di Giampaolo non ha neppure la scusante dell'assenza dell'encomiabile pubblico del Ferraris. Al 'Mapei Stadium' c'erano tantissimi blucerchiati, ed erano persino più rumorosi e vivaci del pubblico di casa. Più di così, la Sud non poteva fare. Che cosa si potevano inventare, oltre ai cortei in scooter per accompagnare la squadra, alle riunioni davanti all'albergo sede del ritiro, o agli striscioni che tappezzano la città? Lo spettacolo offerto dai calciatori invece è stato semplicemente nullo. Volendo riassumere la partita in due righe, "Nemmeno un tiro in porta nel primo tempo, nemmeno un tiro in porta nel second tempo, poi dopo il gol... nemmeno un tiro in porta". Le statistiche sono letteralmente impietose: 15 conclusioni a 2, con i neroverdi che hanno centrato lo specchio in 10 occasioni, mentre la Samp non ha mai – ripeto, mai – impegnato Consigli. Numeri che mi portano a fare altre due considerazioni. La prima, poteva persino andare peggio. La seconda, spero che non si cominci con la crocifissione di Viviano per il gol di Politano: il portiere ha evidentemente delle colpe sulla rete, ma quando gli avversari ti martellano con 10 tiri, costringendoti a 6 parate, è evidente che la sconfitta non scaturisce da un singolo errore tecnico.
Poteva essere un finale di stagione esaltante, invece si rivelerà il solito sonnacchioso maggio blucerchiato. Qualcuno al mare probabilmente ci andrà davvero, qualcuno si mangerà le mani ripensando alle occasioni lasciate per strada. Per certi versi, va persino bene così: se torno con la mente ad un'altra partita contro il Sassuolo, quella del rigore parato proprio da Viviano, mi rendo conto di preferire un po' di sana noia alle montagne russe della zona retrocessione. Adesso tutti ci verranno a ricordare che la squadra non era costruita per l'Europa, che è stata la prima parte di stagione ad essere eccezionale. Ho dei dubbi in merito, perchè non ritengo la formazione doriana inferiore come organico a quella di altre squadre impegnate nella corsa alle coppe. Di sicuro in quanto a elementi non è più scarsa della Fiorentina, e probabilmente neppure dell'Atalanta che oltretutto ha anche onorato sino in fondo l'Europa League e la Coppa Italia. Alla faccia degli alibi legati della stanchezza, degli infortuni e della condizione fisica precaria. La Samp adesso dovrà dovrà decidere cosa fare da grande. Dei conti, dei bilanci, della politica aziendale se ne occuperanno a Corte Lambruschini. Io però le Coppe continuerò a sognarle. Purtroppo mi limiterò a questo.