Sampmania: trombe, fanfare, bei colpi, incoerenza e poca programmazione
Partiamo subito da una distinzione fondamentale, ossia quella tra ottica futuribile e immediato. In alcuni reparti, e nel breve periodo, la Samp si è notevolmente rinforzata. Candreva è un signor giocatore, lo abbiamo già visto e possiamo affermarlo senza timore di smentita. Si tratta di un gran bell’innesto, che costerà però al Doria - facendo i conti della serva - quasi 12 milioni considerando il triennale con opzione a 3 milioni lordi a stagione più i 2,5 versati all’Inter. E’ un investimento alla Quagliarella, dovesse replicare almeno parte di quanto fatto dal numero 27, può valerne sicuramente la pena, ma bisogna essere altamente consapevoli del fatto che in futuro non genererà alcun guadagno per Corte Lambruschini. Situazione più o meno simile, anche se leggermente meno onerosa, per Adrien Silva. Parliamo di un Campione d’Europa, giudicato sino ad un paio di anni fa un ottimo centrocampista, che presenta due interrogativi cruciali: adattabilità al campionato italiano, dove non ha mai giocato, e tenuta fisica dopo un’assenza dai campi che dura dal 22 febbraio, data dell’ultima partita ufficiale. Damsgaard ha dimostrato, nella sua prima partita da titolare, qualità importanti. Però è un 2000. Pretendere da lui una stagione da perno inamovibile, tutta ad altissimo ritmo, senza pause né momenti di calo, sarebbe poco corretto. Keita è l’operazione più interessante tra quelle chiuse: buona la formula, prestito con diritto, che lascia spazio di manovra alla Samp, e potenzialmente strepitose le sue qualità. Dovesse tornare quello di Roma sarebbe un colpaccio, con un rendimento diverso invece la Samp potrebbe rispedirlo al mittente limitando tutto sommato il bagno di sangue. Letica sono curioso di vederlo alla prova, Hermansen mi auguro sia una scoperta targata Pecini, mentre la miglior notizia, per quanto mi riguarda, è l’involontaria riconferma di Ramirez e la permanenza Verre.
Capitolo cessioni: Linetty è stato venduto male, e ho già spiegato a lungo la mia posizione in merito. Alla luce di quanto fatto con Bonazzoli, confermo la mia idea di qualche settimana fa. Non rinnovare con il polacco, magari con qualche mese di anticipo, oltretutto considerando le cifre spese a fondo perduto sugli ingaggi di altri giocatori, mi sembra un peccato mortale. Il Doria avrebbe potuto monetizzare molto di più, è abbastanza lampante. Peraltro le presunte richieste che circolavano erano pure decisamente diverse rispetto alla campana del giocatore. Rivedibili anche le formule di cessione per Murru e Depaoli: non portano soldi in cassa, si risparmia sull’ingaggio in un orizzonte temporale limitato (nel caso di Murru neppure così tanto: aveva uno stipendio da 700mila euro a stagione mentre Regini, rimasto come riserva di Augello dopo la partenza del sardo, ne prende 500mila), e creano voragini numeriche in una zona sensibile dello scacchiere di Ranieri, ossia la difesa. Il reparto lo scorso campionato ha subito 65 reti, media di 1,7 a partita. E’ un’enormità, e l’andamento nelle prime tre uscite della stagione, per quanto possano fare testo 270 minuti, ha confermato le difficoltà a contenere gli avversari: 7 gol incassati, 2,33 ogni 90 minuti. Dal punto di vista prettamente sportivo, anche la partenza di Bonazzoli direzione Torino credo non tolga molto al bilancio della squadra. Personalmente - ma sono gusti - reputo molto più incisivo e determinante Ramirez o il troppo spesso dimenticato Gabbiadini. Avessi dovuto scegliere uno dei tre, avrei probabilmente optato per il classe 1997. Questo per quanto riguarda l’ambito sportivo e prettamente immediato.
Ora però proviamo ad allargare leggermente il nostro orizzonte. Ritengo che la linea guida del mercato sia stata piuttosto confusa e raffazzonata, per certi versi pure incoerente. La stagione è cominciata con le dichiarazioni, sbandierate da dirigenti e proprietà, relative ad un ridimensionamento del monte ingaggi, cosa che avrebbe consequenzialmente impedito rinnovi pesanti o importanti. Il sacrificio, si intuiva tra le righe, sarebbe stato fatto per Bonazzoli, il cui nuovo contratto era stato annunciato con squilli di trombe e fanfare il 3 settembre. Esatto, un mese fa. Nel frattempo, la Sampdoria ha sfondato i suoi paletti per giocatori over 30, contraddicendo palesemente quanto affermato dal suo stesso organo direttivo poco prima. Il calciatore presentato come simbolo e pietra miliare del nuovo corso è stato invece ceduto nel pomeriggio dell’ultimo giorno di mercato, dopo il rifiuto del prescelto alla cessione, ossia Ramirez, e senza avere in mano il suo sostituto. Se questa non è approssimazione, vi chiedo cos’è. Probabilmente cercheranno di farvi credere che in realtà non ci fosse intenzione di innestare un altro giocatore, ma questo genera un’altra domanda: i contatti per Llorente e altri attaccanti, che non sono un’invenzione, a cosa erano dovuti? La volontà della Sampdoria era sul serio quella di puntare su La Gumina? Anche se si tratta di un elemento impiegato ad oggi da Ranieri per 186 minuti su 1.710 complessivi, e che non vede il campo dal 7 luglio, Atalanta-Sampdoria, avendo infilato 10 panchine consecutive senza avvicinarsi neppure al prato? Cominciare la giornata tentando di cedere un trequartista trentenne in scadenza a giugno, e concluderla cedendo una punta classe 1997 teoricamente messa al centro del progetto per trenta giorni, è programmazione?
Altra domanda che sorge spontanea: è programmazione presentarsi alla chiusura della finestra di trasferimenti con due terzini titolari come Augello e Bereszysnki, contando su due riserve entrambe prestate al ruolo (Regini nasce centrale, idem Ferrari) e eventualmente utilizzabili in emergenza? E’ programmazione impostare il mercato sul 4-4-2, lasciando dietro a Candreva il solo Leris o un altro adattato, ossia Thorsby, il compito dell’eventuale sostituzione del trentatrenne ex Inter? Non escludo che Ranieri sia costretto a virare su un cambio di modulo, ma facciamo attenzione ai voli pindarici. Anche io sogno un 4-2-3-1 con Ekdal-Silva in mezzo e Keita Ramirez e Candreva alle spalle di Quagliarella, eppure nutro seri dubbi sul fatto che una difesa fragile e insicura possa sorreggere questo sistema. Vedremo. Anche in questo caso, trovo assurdo concludere movimenti in uscita basandosi su un acquisto, Salva Ferrer, destinato a naufragare, non avendo alternative già pronte sottomano. Anche perché, se un giocatore lo tratti, significa che sei conscio della necessità di averlo. Un’eventuale Asamoah potrebbe lenire questa mancanza di piano B abbastanza inspiegabile a mio modo di vedere, anche se l'arrivo del ghanese suona come la flebile speranza a cui ti aggrappi quando tutto attorno a te ti urla che l’epilogo, scritto e scontato, è già all’orizzonte.
Sulla sostenibilità e sulla bontà finanziaria di queste operazioni non mi esprimo, lo farà il tempo. Mi auguro che siano stati attentamente soppesati sulla bilancia ingaggi e incassi, tenendo conto anche del fatto che la spesa per i cartellini è stata praticamente nulla. I buchi nella rosa, però, quelli rimangono, e la mia preoccupazione principale è rappresentata proprio da questo apparente disinteresse (o impotenza?) a curarsi di aspetti tutt’altro che secondari. Per guidare questa squadra alla salvezza, che DEVE essere l’unico imperativo da qua a maggio, c’è un dannato bisogno di esperienza, polso e idee chiare. Fino al prossimo giro di valzer, almeno. Fortuna che il mercato ci piomba addosso solo due volte l'anno.
@lorenzomontaldo
@MontaldoLorenzo