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    Sampmania: 'sono stanco, capo'

    Sampmania: 'sono stanco, capo'

    • Lorenzo Montaldo
    Tranquilli, in Serie B ci andiamo da soli. Ci finiremo per demeriti, per debolezza e per sfiga, non c’è bisogno di accanirsi con la Sampdoria attraverso decisioni arbitrali al limite dell’assurdo. La partita con la Roma probabilmente l’avremmo persa ugualmente, per carità. Però prima fatecela giocare in 11 contro 10 per ottanta minuti. Il pestone di Abraham su Rincon in avvio potrebbe anche non essere da rosso diretto, ve lo concedo (per me, ci stava anche l’espulsione). Ma il giallo era sacrosanto, direi che siamo tutti d’accordo su questo aspetto, senza discussioni. Considerando che la punta inglese di ammonizione ne prende un’altra, un paio di giri d’orologio dopo, è evidente come, ancora una volta, la Samp sia stata quantomeno ignorata dagli arbitri. Sarebbe cambiata la gara? Non lo sappiamo, ma lasciateci almeno tentare. 

    Dopo Roma-Samp mi sento un po’ come uno dei protagonisti de Il Miglio verde, John Coffey, quando dice “Sono stanco, capo”. Avete presente quella citazione, diventata un celebre meme, quando l’attore con le lacrime agli occhi esterna tutta la sua spossatezza? Ecco, sto così. Sono stanco, capo. Stanco di partite che concludi imbufalito per una decisione arbitrale. Stanco della sfiga, stanco di situazioni al limite, stanco di errori, infortuni e malocchi vari. Sono stanco di vedere Ferrero allo stadio, grazie ad accrediti gentilmente concessi senza battere ciglio, stanco di vederlo fare selfie con giornaliste, attrici e cantanti. Sono stanco di tutto quello che si agita attorno alla Sampdoria, di chi prova ancora a marciare sul suo nome anche adesso che è praticamente morta, di un contorno surreale e nauseante e di una corte dei miracoli ancora pronta a inscenare teatrini.

    Sono stanco, capo. Stanco anche di parlare di campo, ma tant’è, eccoci qui. In parità numerica, pur incerottato e ridotto allo stremo, il Doria era riuscito a respingere, non so come, le folate giallorosse. La Samp sembra uno di quei soldati di trincea della Grande Guerra, ferito, logorato da una battaglia durata mesi e che sa di non poter vincere. Eppure, nonostante tutto, tiene duro e tenta, invano, di non alzare bandiera bianca. Sulla gara di ieri ho discusso con alcuni amici in merito alle scelte di Stankovic. Ritengo che avrebbe potuto giocare con le due punte, sull’1-0, dato che da difendere non c’era nulla. Questo, secondo me, è un errore. Penso invece che sia stato giusto non togliere Murillo, seppur ammonito.

    Qualcuno gli imputa il cambio tardivo, io non sono d’accordo. In panchina, di fatto, Deki aveva solo Murru adattato centrale come alternativa nel reparto. E tra Murillo ammonito e Murru, io mi rischio Murillo. Anche perché il terzino sardo, fuori posizione, appena entrato sbaglia un movimento e lascia indisturbato Wijnaldum. Oikonomou nemmeno lo considero, un giocatore di 30 anni che non disputa una partita ufficiale da quasi un anno (peraltro nel campionato riserve danese) credo sia virtualmente un calciatore ritirato, o quasi. L’unica buona notizia, se vogliamo cercarne una, arriva da Ravaglia, decisivo in almeno tre-quattro interventi, e comunque in generale più sicuro nella gestione di squadra e area. Per far giocare un acerbo diciannovenne, oltretutto non di proprietà, preferirei affidarmi alla certezza di Ravaglia da qui a fine campionato.

    Ovviamente, vorrei fosse chiaro che qui parliamo di sfumature, quisquilie, sciocchezze. E’ evidente che scrivere di campo, analizzare prestazioni e cambi, in questo momento, risulta folle. Continueremo ad andare allo stadio, a seguire la Sampdoria e le sue partite, ma sono, anzi, probabilmente siamo tutti stanchi, capo. E il ritorno in scena di quello che ‘Non contava più nulla’, di quello che ‘decide tutto il tribunale’ ha risucchiato le ultime, residue energie positive. Sabato? Cosa succederà al Ferraris? Si presenterà, causando problemi di ordine pubblico per sfidare e provocare i tifosi? Adesso sono davvero curioso di vedere come andrà a finire questa storia. Ne 'Il miglio verde' Coffey viene giustiziato, ma senza cappuccio. Assiste a tutta la sua esecuzione. Credo che questa sorte toccherà anche alla Sampdoria.

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