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    Sampmania: silenzio e fatti

    Sampmania: silenzio e fatti

    • Lorenzo Montaldo
    Adesso, bisogna soltanto stare zitti. Silenzio a tutti i livelli, dai vertici di Corte Lambruschini sino all'ultimo dei giocatori. Questo chiedono i tifosi della Sampdoria dopo che, per l'ennesima volta in stagione, è stato cancellato con un deciso colpo di spugna quanto si era faticosamente costruito nel momento più difficile del campionato. I piccoli seppur significativi recenti miglioramenti  sono stati distrutti in un pomeriggio che doveva rappresentare l'inizio della primavera per la Samp e che invece ricorda tanto l'inverno che si sperava fosse concluso.

    Un inverno in cui i blucerchiati hanno sofferto, si sono interrogati e si sono abbattuti, mentre i tifosi osservavano con incredula rabbia lo sfascio di una squadra sempre rimasta allo stato embrionale. La Sampdoria non solo non è mai sbocciata, ma non ha neppure mai dato segno di volersi liberare da quella crisalide in cui si è avvolta dopo la terribile notte con il Vojvodina.

    La partita con il Chievo poteva rappresentare il punto di svolta per vivere in serenità le ultime giornate, magari con un occhio al futuro. Così non è stato e se ora il pubblico di Marassi si ritrova nuovamente con la penna in mano, a fare calcoli e conti sui possibili intrecci di calendario delle altre formazioni invischiate nella lotta salvezza, lo deve ad una squadra molle, priva di gioco e soprattutto di attributi. I gialloblù hanno mostrato perfettamente come dovrebbe scendere in campo una compagine umile, organizzata e ben messa in campo. Una parentesi la merita anche Maran, allenatore sottovalutato eppure capace di preparare le partite nel migliore dei modi possibili. Reparti corti, poco spazio tra le linee, pressing asfissiante e ripartenze improvvise, insomma, tutto quello che la Samp dovrebbe essere e non è.

    Intendiamoci, i calciatori a disposizione di mister Montella non erano fenomeni prima, quando strapazzavano il Verona, e non sono diventati improvvisamente brocchi ora. Ed è proprio questo che fa arrabbiare. E' l'atteggiamento del Doria a far infuriare. De Silvestri, uno dei pochi a salvarsi in una giornata complessivamete pessima, ha detto che la squadra non ripeterà più l'errore di regalare un tempo agli avversari, sbagliando l'approccio alla gara. Dispiace, ma ormai non ci si crede più. Troppe volte in questo 2015-2016 da incubo si è sentito esprimere  questo concetto, che ormai può più risultare credibile.

    Così come non è credibile dire che, ai punti, la Samp avrebbe potuto ambire a qualcosa in più. Vero, con Bizzarri non in giornata si poteva anche acciuffare il pareggio. Ma senza Viviano (a proposito, prima di criticarlo per la mancata uscita in occasione del gol, ci penserei due volte) i blucerchiati avrebbero meritato di chiudere il primo tempo sullo 0-3 per gli ospiti. E comunque, stride parlare di 'merito', in frangenti del genere. Anzi, per la verità ogni parola stride, ora come ora. Silenzio e fatti. Soltanto questo si può chiedere.

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