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    Sampmania: siete proprio sicuri che venderemo Andersen?

    Sampmania: siete proprio sicuri che venderemo Andersen?

    • Lorenzo Montaldo
    Che Joachim Andersen non fosse uno stupido si era capito abbastanza velocemente. Lo dimostra per esempio il fatto che non gli sia mai scappata neppure mezza parola fuori posto. Mi riferisco specialmente al periodo in cui, da giovanotto di belle speranze ed ex titolare al Twente, era approdato in Italia alla Sampdoria senza giocare neppure un minuto per mesi e mesi. Giampaolo ha apprezzato. Questa è la consueta prova di forza del mister, quel test caratteriale che dice all’allenatore se un calciatore è davvero in possesso delle qualità fisiche e mentali necessarie per imporsi. E’ lo stesso esame che sottopone a tutti. Ha applicato la stessa dinamica con Skriniar e con Schick, con Kownacki e con Andersen, per arrivare a Colley e pure a Gabbiadini. Unici esclusi Torreira – perché semplicemente era troppo forte per rimanere fuori – e Linetty, che si è imposto da subito. Il tecnico doriano lo aveva detto in tempi non sospetti: “Andersen è fatto della stessa pasta di Skriniar”. Una discreta responsabilità.

    Ma torniamo ad Andersen, e a quella che ritengo sia la qualità migliore del biondo danese che comanda la difesa della Samp, ossia l’intelligenza. Acquistato ad agosto, ha giocato i primi minuti a febbraio. Febbraio, ossia quasi sei mesi dopo aver posato la valigia nella sua casa di Genova. Cinque minuti, contro l’Udinese. Prima partita da titolare ad inizio aprile, in seguito a più di sette mesi di asfissianti allenamenti tecnico-tattici. In quest’arco di tempo mai una polemica, mai una dichiarazione piccata o una richiesta di maggior spazio. Nessuna questione extra-calcistica di cui parlare. Decisamente apprezzabile. E’ vero, era (è) un calciatore giovane, alla prima esperienza in Serie A, quindi in teoria con poche pretese da avanzare, ma non è così scontato che ciò accada.

    La sua intelligenza però Andersen l’ha confermata anche recentemente. Prima, a sorpresa, ha accettato il rinnovo contrattuale. Segno di riconoscimento nei confronti della società che lo ha lanciato, ma mossa furba anche per il suo futuro: quando dovrà discutere un nuovo stipendio con il prossimo club, partirà da tutt’altra base. E’ stata una mossa che ha spiazzato il mercato, perché la Samp si è messa al riparo da eventuali inserimenti di prestiti, contropartite e gioco al ribasso, senza contare il grande classico "Compriamo subito il giocatore per anticipare la concorrenza, poi lo lasciamo a maturare". Tutti ragionamenti delle varie big che già si spartivano il calciatore come se fosse certa una sua partenza addirittura a gennaio. Negli ultimi giorni invece è arrivata un’ulteriore prova della maturità di questo ragazzo del 1996. L’ho apprezzata particolarmente. 

    Per capire di cosa parlo, bisogna andare a spulciare l’intervista rilasciata ad Ekstra Bladet. Al di là delle frasi di rito e delle dichiarazioni su Inter, Tottenham e futuro, c’è un passaggio interessante. “Non mi dispiacerebbe restare un'altra stagione alla Sampdoria". Se affermi una cosa del genere, è evidente che hai dalla tua una qualità troppo spesso sottovalutata, la pazienza. Quella che non ha avuto ad esempio Schick, che avrebbe dovuto fare a suo tempo un ragionamento del genere. Quella che invece ha dimostrato Torreira. Ve lo ricordate? Tutti lo davano già per sicuro partente alla fine della prima stagione, per 15 milioni, diretto verso una società medio-alta di Serie A. Alla fine è rimasto a Genova per completare un percorso tecnico. E' partito un anno dopo, oggi guadagna il triplo, gioca in uno dei top club mondiali, nel campionato più visibile al mondo, e la Sampdoria ha incassato esattamente il doppio dalla sua cessione.

    Andersen, probabilmente anche considerando il solco tracciato da Torreira, non ha particolare fretta di lasciare la Liguria, o di anticipare i passi e gli step col rischio di bruciare la carriera. Non è da tutti, in un mondo che viaggia alle velocità del calcio. A prescindere da come finirà, ho apprezzato particolarmente la dichiarazione. Anche perché in un vecchio Sampmania di novembre ipotizzavo proprio questo scenario:  e se il prolungamento di Andersen fosse il primo passetto verso una permanenza anche nel 2019/2020, per poi spiccare il volo tra due anni? Per carità, il mercato cambia le sue dinamiche a ritmo costante, e lo stesso Andersen non ha escluso un suo addio. Al momento l'idea di rivederlo a Genoa è soltanto utopia. Ma dopo la frase dell’altro giorno, è un’utopia un po’ più solida.

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