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Sampmania: Schick in prestito un altro anno? No, grazie
Intendiamoci bene, stravedo per un giocatore ancora acerbo, ma che procura orgasmi multipli – perdonatemi la citazione aulica – ogni volta che lo si vede accarezzare il pallone in quella maniera così delicata e ispirata. E’ come ammirare un Beethoven diciottenne comporre, o un Dalì ancora acerbo dipingere. Ti rendi conto che può fare meglio, ma riconosci un tocco che, lo sai già, difficilmente rivedrai. A meno che la Sampdoria non azzecchi un altro Schick. Ed è questo il punto saliente, il concetto a cui ricollegarsi per comprendere la mia affermazione. Pensate se ad inizio stagione Patrik da Praga avesse avuto davanti uno ‘Schick’ in prestito da qualche società importante. La domanda da farsi è questa: il numero 14 blucerchiato sarebbe diventato Schick o si sarebbe trasformato – con tutto il rispetto – in Budimir, costretto a sgomitare senza speranza per racimolare qualche briciola di ossigeno soffocato tra i tre mostri là davanti? La Sampdoria non ha bisogno di valorizzare i giocatori di altre società, o meglio, non ne trae alcun vantaggio. Vero, avremmo la possibilità di gustarci per un altro anno un potenziale fenomeno, magari da titolare. Ma ad ogni partita il valore del calciatore crescerebbe gonfiando il bilancio della Juventus o dell’Inter di turno, non della Sampdoria che lo svezza, lo attende, lo coccola, lo cura e gli perdona magari qualche passaggio a vuoto e qualche errore dovuto all’età. Magari limitando pure lo spazio che spetterebbe al Driussi o al Sarr di turno (nome che può essere associato a Schick per le somiglianze di un’eventuale operazione). Senza contare che esplodere, in Serie A, è un conto; confermarsi quando gli avversari ti studiano e iniziano a conoscerti, è tutto un altro paio di maniche.
E poi, pensate alla malinconia che proveremmo ad ogni gol, ad ogni giocata del centravanti. Sarebbe una gioia condizionata, un puro e semplice nutrimento estetico venato dal pensiero che, al termine della stagione, a godersi quelle prodezze sarà un nuovo pubblico, e che alla Sampdoria non ne verrà in tasca nulla più di quanto già incassato. Per quanto mi riguarda, vorrei Schick a Genova per 4 o 5 anni. Ma non in prestito, in quel caso no, grazie. Preferisco godermi un nuovo gioiellino tutto mio, magari meno elegante e incisivo, ma di proprietà. Uno il cui utilizzo e la cui crescita porti un vantaggio tangibile alla Samp, non solo un’effimera felicità per il risultato nell’immediato. Meglio sognare un altro Schick, magari senza clausola. Meglio vederlo crescere passo passo, immaginare una sua esplosione, poi un campionato da titolare e poi, perché no, una bella asta a fine stagione. Con la Sampdoria in grado di fare il prezzo e di determinare i margini della trattativa. Una situazione in cui sia la Samp a tirare le fila dell’operazione. Ecco perché mi sento di dire che non voglio Schick alla Sampdoria l’anno prossimo. Non in prestito, almeno. Mi accontenterò di essere tra quelli che si ricorderanno di averlo visto esplodere. Giusto augurargli le migliori fortune personali, ovviamente. Ma nella sua nuova squadra, che avrà l’incarico e l’impegno di svezzarlo, ammesso che davvero lasci Genova. A noi lasciateci il compito di scovare un nuovo Schick.
@MontaldoLorenzo