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    Sampmania: 'Parole, parole' (Quelle che volevo sentire)

    Sampmania: 'Parole, parole' (Quelle che volevo sentire)

    • Lorenzo Montaldo
    Il mio termine di paragone quando ragiono sui mister della Sampdoria nell'era recente resta sempre Walter Mazzarri. Un po' perchè lo ritengo il miglior mister transitato negli ultimi anni a Genova, un po' perchè è stato l'ultimo a rimanere in sella alla panchina doriana per un biennio. Sembra incredibile, ma è così: l'ultima volta che la Samp ha vissuto due stagioni intere con lo stesso tecnico alla guida fu nel 2007-2008 e nel 2008-2009. Si parla di 9 anni fa, praticamente un'era geologica nel mondo del calcio. Tanto per intenderci, era la Sampdoria di Volpi e Montellla, che però a quei tempi faceva l'attaccante insieme a Cassano. La Serie A riabbracciava il neopromosso Napoli, Del Piero vinceva la classifica marcatori davanti a Trezeguet, Borriello, Di Natale e Mutu e l'Inter trascinata da Ibrahimovic vinceva lo scudetto. In Italia praticamente nessuno usava Facebook, e la maggior parte dei cellulari non erano 'smartphone' e non avevano internet. Per dire, eh?

    Questo fa capire quanto sia stato difficile per i blucerchiati impostare un discorso sulla base della continuità.  Nessun allenatore ha più messo radici per due campionati completi. Le cause sono molteplici: un po' perchè i risultati stentavano ad arrivare, vedi Delio Rossi, un po' per legittime ambizioni di carriera, poi naufragate (Delneri e Mihajlovic). Giampaolo ci è riuscito, e questo già sfata un tabù significativo per la Samp. Se poi il tecnico di Giulianova si dovesse imbarcare nella terza stagione consecutiva, bisognerà eventualmente risalire con la memoria addirittura a Novellino. Praticamente sarà un mezzo miracolo, quello di Giampaolo. Difficilmente ripetibile. Io, lo ammetto, nonostante qualche critica e qualche appunto che talvolta sono obbligato a muovere, resto un fermo e convinto sostenitore della scuola Giampaolo. Come tutti, l''ex Empoli ha dei limiti. Va rivista la gestione della forma fisica nel corso della stagione (perchè le altre squadre continuano ad andare a 100 all'ora, e la Samp è in riserva?), e magari – perchè no – si potrebbe studiare una maggiore adattabilità di modulo: a volte, se la partita lo impone, è legittima anche una leggera variazione sul tema del 4-3-1-2. La coerenza e la convinzione sono qualità positive, l'integralismo non lo è mai.  Smussati questi spigoli, che probabilmente sono anche le impurità che gli hanno rallentato la carriera, Giampaolo sarà perfetto. 

    Ad oggi, comunque, l'allenatore della Samp ha ottenuto tre punti in più di quelli racimolati nel corso dell'intero scorso campionato, e ha ancora cinque partite per migliorare il suo record. Il tutto con una squadra a mio parere leggermente indebolita, perchè è vero che Zapata probabilmente vale Muriel (anzi, in termini realizzativi lo ha già raggiunto e può superarlo), ma Ferrari per quanto positivo non è stato all'altezza di Skriniar, e Kownacki – bravo, bravissimo – non è ancora Schick. Il tutto senza contare l'operazione Bruno Fernandes, ceduto per circa 9 milioni allo Sporting e rimpiazzato da Ramirez, di quattro anni più vecchio e pagato la stessa cifra. In termini di qualità, non vedo una differenza così sostanziale tra i due calciatori, mentre spicca in termini  di potenzialità e di guadagno futuro. Ma questa è un'altra storia. Resta il fatto che  i risultati ad oggi stanno dando ragione a Giampaolo, e pure la gestione dei giovani. Se calciatori come Schick, Muriel, Bereszynski, Linetty, Torreira e lo stesso Fernandes  oggi sono avviati ad una carriera di un certo tipo, lo devono a lui. E non ho volutamente citato i suoi due capolavori, perchè meritano una menzione particolare: le intuizioni su Skriniar e Praet sono semplicemente colpi di genio. Non so in quanti le avrebbero avute. Opinione personale, quindi aperta alle critiche e al confronto, ma io Giampaolo non lo cambierei a cuor leggero.

    Ecco perchè ho ascoltato con grande attenzione e malcelata felicità le sue dichiarazioni di una settimana fa. Finalmente ho sentito un allenatore al centro del mercato e già molto chiaccherato in vista di giugno che non si trincera dietro i consueti 'Al futuro non penso'. "Io alla Samp sto bene, alla fine vedremo cosa fare. Per me non è una questione di contratto, se sono convinto che possiamo fare le cose bene allora si può continuare. Io qui sto bene ed il mio sentimento è voler andare avanti". Parole che non lasciano molto spazio all'interpretazione. Parole, soprattutto, di uno che guarda un po' più in là del suo naso, e che penso gli facciano onore.  Certo, le dichiarazioni lasciano il tempo che trovano. "Parole, parole" cantava Mina. Ma ritengo che la Samp farebbe bene ad ascoltarle, e a sedersi da subito attorno ad un tavolo con Giampaolo immediatamente dopo il triplice fischio che sancirà la fine del campionato. Gli dia le legittime rassicurazioni – se le merita – ed imposti un percorso di crescita condiviso. Perchè solo la continuità, in  qualunque ambito, porta risultati.

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