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    Sampmania: non vedo l'ora di tornare ad avere nausea dall'ansia

    Sampmania: non vedo l'ora di tornare ad avere nausea dall'ansia

    • Lorenzo Montaldo
    La giornata di ieri per me è stata molto strana. In tutte le mie chat con tifosi della Sampdoria leggevo di gente divorata dall'ansia, tutte le persone con cui ho parlato si dicevano mangiate dalla tensione per una partita che, in effetti, valeva la stagione. E' molto strano perché io, di solito emotivo, ero l'unico particolarmente tranquillo per il playoff di Palermo. Giuro, non voglio fare il grande uomo, di solito vivo queste partite con un trasporto emotivo livello 'Crudeli al gol di Pato'. Durante il derby con il Genoa, quello di Audero per intenderci, pensavo che mi avrebbero ricoverato. Prima del fischio d'inizio mi veniva da vomitare, dopo il rigore parato sono rimasto in silenzio bianco come uno straccio sin quando un collega in tribuna stampa mi ha chiesto: "Lorenzo, tutto bene? Non ti muovi da dieci minuti". Ieri, niente. Zero. Ero tranquillissimo, lo sono rimasto per tutto il giorno.

    Mi sono dato due possibili spiegazioni. La prima: è stato solo un trucco del mio cervello per evitare il crash del mio sistema operativo. Tipo quelli che congelano, ed iniziano a sentire caldo. La seconda: ho avuto un intero anno per metabolizzare il fatto che non saremmo tornati subito in Serie A. Anzi, ad un certo punto della stagione ho temuto guardandomi indietro. Non mi aspettavo che la Samp si sarebbe ripresa immediatamente il palcoscenico che le spetta, non ci avevo mai messo il cuore sopra. Ci ho sperato, certo, come tutti del resto, sarebbe stata una favola troppo bella per essere vera, ma non mi sono mai illuso di riuscirci al primo tentativo. Dopo aver allontanato i playout, inconsciamente ho preso tutto ciò che è venuto dopo come un 'di più'. E questo ha preservato la mia salute mentale. 

    Tra l'altro, sono pure incoerente perché ieri ero convinto che avremmo vinto. Adesso lo posso dire, ne ero certo. Mi è stato chiesto per una trasmissione a cui partecipo di fare il mio pronostico per Palermo-Samp, e avevo dato la Samp al 60%. Le componenti erano tutte allineate nel modo giusto: morale alto per noi, basso per loro, pressione ambientale, giocatori chiave in forma per il Doria. L'unica incognita che vedevo poteva essere quella dei due risultati su tre, ma ero sicuro che avremmo portato a casa il premio grosso. Non avevo messo in conto il fatto che la squadra e Pirlo potessero completamente steccare a livello mentale la partita più importante dell'anno. O meglio, ritenevo avessimo superato questa fase.

    Avessimo giocato a Marassi sarebbe stato diverso? Non so, forse sì. Ho fatto una riflessione curiosa in merito. Alla fine, se ci pensate, questo sembra l'ultimo 'regalino' del vecchio proprietario, che non mollava l'osso. I due punti di penalizzazione per il ritardo nel pagamento degli stipendi, inevitabili se si pensa all'iter cronologico delle convulse giornate di un anno fa, alla fine potrebbero essersi rivelati fondamentali. Sono quelli che ti hannoo tenuto sotto al Palermo, e ti hanno impedito di giocarti il tutto per tutto in casa. Cambiava qualcosa? Non voglio pensarci.

    Adesso è il momento di ripartire. Ma da subito, da oggi, non da domani, non tra un mese. Subito. Un anno fa, di questi tempi, la Samp stava per morire. La gratitudine per averla acciuffata per i capelli e rianimata è un dato di fatto e resterà, almeno per quanto mi riguarda. Però dalla prossima stagione, l'obiettivo deve essere quello di tornare immediatamente dove ci compete. Non 'anno di transizione', non 'vedremo cosa succederà'. Senza alibi. Serve chiarezza. In questo campionato nessuno pretendeva la A al primo colpo, io ci speravo, certo, ma nessuno esigeva nulla. Nel 2024-2025 però, per quanto mi riguarda, pretendo di provarci. Senza nascondermi. Nn vedo l'ora di tornare ad avere nausea dall'ansia. 

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