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    Sampmania: sapete come si vincono i tornei estivi?

    Sampmania: sapete come si vincono i tornei estivi?

    • Lorenzo Montaldo
    Avete mai disputato un torneo di calcetto estivo? Uno di quelli che non possono mancare nella provincia italiana tra giugno e luglio. Se la risposta è affermativa, sarete a conoscenza di una legge più antica del tempo, immutabile, eterna e sempre veritiera: per vincere è necessario avere un portiere buono. Gli altri possono essere anche mediocri, sono sufficienti il bomber che la butti dentro e soprattutto un numero uno che le pari tutte, o quasi. Lo so perché sino a pochi anni fa partecipavo spesso a tornei estivi, e giocavo in porta. Non ne ho mai vinto uno. Neanche per sbaglio.
    Scusa, 'Mizar'. Scusa, Andreone.
    Al di là della mia tremenda carriera da portiere, però, la regola non scritta dei tornei estivi mi torna utile in questo calciomercato, perché il calcio è uguale dalla Serie A alla UISP. E il primo tassello, in una squadra, è sempre il medesimo: ci vuole un portiere che pari. Sembra scontato, ma non è così. Quando non si rispetta questo mantra, finisce male. A Genova lo sappiamo benissimo. Con un portiere forte, la Sampdoria è arrivata alle porte della Champions League. Storari, durante quei sei mesi in blucerchiato nel 2010, avrebbe parato anche i moscerini, non solo le mosche. L’anno dopo, con un portiere non all’altezza, la Sampdoria retrocedette.  Non fu una coincidenza. In tempi recenti invece grazie ad un portiere estremamente dotato – ossia Viviano, che secondo me ha delle grandi qualità -  la Samp la Serie B l’ha evitata. Merito di un gol di naso di Diakité, e delle parate dell’estremo difensore di Fiesole. A Genova abbiamo anche un altro esempio lampante da osservare: il Genoa. Quest’anno, i rossoblù avevano una formazione da sei in pagella stiracchiato, ma con un grande portiere. Perin ha portato in dote al Grifone tantissimi punti. Con un altro interprete, sono convinto che la squadra di Ballardini avrebbe fatto un campionato diverso.

    Il nome di Perin mi riallaccia anche ad un’altra riflessione. Il ruolo del portiere è diventato talmente importante che le squadre cosiddette ‘big’ oggi hanno per quella posizione due calciatori dello stesso livello, entrambi in grado di sorreggere il peso della titolarità. Guardate proprio la Juve, che è passata da Buffon-Szczesny a Szczesny-Perin, o la Roma che ha vissuto l’intera scorsa stagione con Alisson-Skorupski. Anche il Milan, tanto per fare un esempio, attualmente può contare su Donnarumma-Reina (in attesa del mercato). Non è certo un caso. Per le squadre più piccole e che magari non sono impegnate su tre fronti, come la Samp, non è ancora strettamente necessario avere una coppia totalmente interscambiabile. Eppure voi provate a immaginare cosa sarebbe successo se il Doria non avesse potuto contare su una riserva come Puggioni, a cavallo tra la stagione 2016/2017 e la scorsa. Meno male, viene da dire, che la Samp si era riservata il lusso di puntare su due giocatori capaci di reggere il peso della titolarità.

    Prendiamo in prestito il vecchio adagio del ‘chi più spende, meno spende’. Quando si parla di portieri, è verissimo. Pensate a quanti soldi avrebbe risparmiato la Sampdoria non retrocedendo nel 2011, e magari qualificandosi alla Champions. Di certo, molti più di quelli che non ha speso acquistando Curci al posto di Storari. Il confronto a livello economico non regge. C’è un problema: il ruolo del portiere sino a poco tempo fa veniva considerato marginale per ricavare plusvalenze. E’ molto più semplice veder raddoppiare o triplicare il valore di un centrocampista o di un attaccante, piuttosto che quello di un numero uno, per quanto affidabile. L’avvento di Alisson e Donnarumma ha un po’ cambiato la percezione, ma far lievitare il prezzo di chi si ‘limita’ a difendere lo specchio resta piuttosto complicato. Basta riflettere su quanto la Juve ha pagato proprio Perin, o su quanto incasserà la Samp da Viviano, o anche su quella che è la valutazione di un onesto titolare di Serie A come Sportiello, per di più relativamente giovane. 

    Eppure, se c’è un ruolo in cui non si può lesinare, è proprio quello. Ecco perché la valutazione di Skorupski, sfumato perché destinato al Bologna, non mi pareva così eccessiva.  Dieci milioni per un giocatore capace di garantire quell’affidabilità sono una cifra congrua con le valutazioni attuali. Spero che la Samp abbia già le idee chiare, e non si faccia prendere dalla smania dei saldi acquistando a prezzi ribassati cartellini di calciatori inutilizzati, o di azzardate scommesse. “No agli scarti”, almeno in quel ruolo. Perché è vero che sono i tornei estivi che vinci se hai il portiere più forte. Ma vale la stessa regola, anche in Serie A.

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