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    Sampmania: Maradona te lo manda Dio, i Soriano e gli Obiang te li devi costruire

    Sampmania: Maradona te lo manda Dio, i Soriano e gli Obiang te li devi costruire

    • Lorenzo Montaldo
    Recentemente, il tono di questa rubrica 'Sampmania' è stato piuttosto cupo e critico. Ma d'altro canto, il momento della Sampdoria non permetteva particolari variazioni sul tema. Oggi, però, mi piacerebbe lasciare da parte la negatività e i giudizi su una stagione da incubo e sulle future scelte tra mercato e società.

    Mi piacerebbe sottolineare quello che di buono c'è in questa Samp, da cui si deve ripartire. Quello che, insomma, può strappare un sorriso pure in tempi bui. Il miglior patrimonio di Corte Lambruschini, la garanzia sul futuro blucerchiato, sono i giovani di proprietà della Sampdoria. E' vero, nelle ultime sessioni di mercato sono stati acquistati tanti ultratrentenni, parametri zero con ingaggi pesanti, ex star sul viale del tramonto, e sono partiti i migliori prospetti di casa Doria (Mustafi, Gabbiadini, Obiang, Rizzo, Duncan, tanto per citarne qualcuno).

    Però, va riconosciuto, sono arrivati parecchi giovani. A titolo definitivo, da squadre magari meno note: scommesse insomma, ma che potenzialmenente rappresentano una base su cui lavorare, e molto corposa anche. Merito soprattutto di quel fuoriclasse che fa base a Genova, e che si chiama Riccardo Pecini. Attualmente è in sostanza il ds del settore giovanile doriano, ma anche uno scout sopraffino e uno scopritore eccezionale di talenti. 

    I giovani calciatori sono un patrimonio che la Samp non deve assolutamente dilapidare bensì rimpolpare senza cedere alle prime lusinghe di mercato (e questa è la parte più difficile). Andiamoli a conoscere, allora. Partendo dalla difesa, con Milan Skriniar: l'unico blucerchiato all'Europeo, considerato in patria l'erede naturale di Martin Skrtel, Montella ha dimostrato di apprezzarlo molto. E l'anno prossimo, perchè no, potrebbe promuoverlo titolare. Così come potrebbe avere più spazio anche Pedro Pereira. Le potenzialità c'erano tutte, è finito in panchina (pare che Montella non lo giudicasse ancora 'pronto' per una situazione delicata come quella della lotta salvezza) ma nel 2016-2017 dovrebbe tornare nel radar dell'Aeroplanino. 

    A centrocampo, il rientro di Torreira è la nota più lieta. C'è chi lo definisce un incrocio tra Pizarro e Gargano, Osti apprezza soprattutto la sua intelligenza calcistica e la forza che sviluppa con le sue gambe ben piantate a terra. Se a Pescara c'è un Lapadula che segna a valanga, lo deve (anche) al suo metronomo. C'è anche Ivan che scalpita, il pubblico doriano lo ha adottato, lui lo ha ripagato con grinta da veterano. La stessa che è mancata a parecchi 'senatori'. 

    In avanti, la star della Primavera è senza ombra di dubbio Andrés Ponce. 24 gol in 24 partite, una macchina. Se non patirà il salto da professionista, rispettando le attese, potremmo ritrovarci di fronte ad un predestinato. L'ultimo, qui a Genova, è stato un certo Icardi. Anche lui, guarda caso, scoperto da Pecini. E non bisogna dimenticarsi che pure Correa, in fin dei conti, è un classe '94.

    A proposito di Primavera: quella doriana promette benissimo. C'è Vrioni, partner d'attacco proprio di Ponce, e c'è capitan Serinelli, genovese e sampdoriano: vorremo dargli una possibilità? Ci sono anche altri che la prima squadra l'hanno già assaggiata, come Matulevicius, Bacigalupo e Calò, seppure in allenamento, e c'è pure chi promette di farlo in breve tempo. Occhi puntati sui difensori Barry, Defilippi e Varga, e pure su Baumgartner e sul terzino sinistro Massa. Senza voler fare torto a nessuno, sia chiaro. 

    E i prestiti? Beh, Bonazzoli e Rocca venivano considerati due dei più promettenti giocatori della Primavera dell'Inter e di tutta Italia, rientreranno alla base dopo il prestito al Lanciano; e Alessandro Martinelli al Brescia ha fatto il titolare praticamente inamovibile. 33 presenze, 2.587 minuti in Serie B con la maglia delle Rondinelle da centrocampista centrale: forse, un'occhiata la meriterebbe anche lui.

    Una base da cui ripartire c'è. Starà ai dirigenti, alla società e agli allenatori non affrettare i tempi per non bruciare le possibili plusvalenze del domani. Bisogna saper pazientare, aspettare, e avere anche un po' di fattore C. Anche perchè, come diceva Francisco Cornejo, primo allenatore di Maradona ai tempi dell'Argentinos Junior, "Maradona non si può scoprire. Maradona te lo manda Dio". I Soriano e gli Obiang, aggiungo invece io, te li devi costruire in casa.

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