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Sampmania: ma davvero vi diverte vincere così?
La cosa peggiore in assoluto, però, è la cecità. E' la mancanza della visione di insieme. E' il non rendersi conto che situazioni di questo tipo non fanno il bene della Sampdoria nell'immediato, e questo è evidente, ma non lo fanno neppure del Napoli. Ma davvero c'è chi pensa che un campionato possa avere appeal anche quando si assiste a farse del genere? La Serie A ha tanti problemi, e probabilmente la mancanza di credibilità non è neppure il principale. Ma iniziare a restituire un po' di autorevolezza al campionato potrebbe aiutare a risollevare il torneo dalla melma in cui rischia di precipitare. Una melma fatta di 'sviste' (chiamiamole così, non voglio credere alla malafede, altrimenti non avrebbe senso neppure scrivere ancora) ma anche di altri piccoli, fastidiosi particolari. Un brodo primordiale in cui amalgamare un certo tipo di gestione delle ammonizioni – e non mi riferisco necessariamente a Napoli-Samp – o di minuti di recupero a doppia lettura.
Devono vincere sempre i più forti, quelli più in alto in classifica? Ma quando mai? Certo, nel 90% dei casi è così. Il Napoli avrebbe portato a casa i tre punti lo stesso? Forse sì. Se in squadra hai un giocatore meraviglioso come Hamsik (a mio modo di vedere, il migliore della Serie A nel ruolo), o i Mertens, o gli Insigne e i Callejon, e ti permetti pure di tenere in panchina Gabbiadini, puoi ribaltare praticamente ogni risultato. Magari gli azzurri avrebbero vinto lo stesso anche contro la Sampdoria: saremmo qui a celebrare la maturità di una squadra tosta e quadrata. Eppure, va detto che sino allo scivolone di Di Bello la squadra di Giampaolo aveva ingabbiato quella di Sarri. La linea arretrata doriana si era mossa alla perfezione, tarpando ogni possibilità di inserimento al Napoli, costretto a calciare da fuori area senza creare problemi a Puggioni.
Andrò controcorrente aggiungendo che anche le scelte di formazione operate dal mister blucerchiato, tanto vituperate nel pre partita, erano state perfette. Giustissimo dare fiducia a Schick dal primo minuto – fiducia ripagata da uno che le stigmate del predestinato le ha ben impresse -, doveroso far rifiatare Linetty e Bruno Fernandes non ancora al meglio. Era stato decisivo anche il cambio Quagliarella-Muriel ad inizio secondo tempo. In gare del genere, il numero 9 entrando in corsa può essere letale. Tanto è vero che un paio di sue accelerazioni avevano slabbrato una difesa arrugginita per automatismi. A proposito del colombiano: dilettantesco il suo errore al 94' minuto. Farsi trovare in fuorigioco su una punizione nella trequarti avversaria, a 45 secondi dalla fine, è una macchia durissima da lavare.
Il vero problema di fondo, però, è che l'errore del singolo, anche se a malincuore, lo sminuzzi, lo trituri, poi ti tappi il naso, lo ingoi e, con l'aiuto di un bel bicchiere di bicarbonato, lo digerisci pure. Magari dopo un paio di giorni, ma lo butti giù. Una decisione così condizionante e marchiana invece non la inghiotti più. Come possono Sarri e Reina, due grandi professionisti e uomini di calcio, credere realmente alle dichiarazioni rilasciate nel post partita? E allora mi chiedo, ma davvero diverte vincere così? Snaturando e dimenticando completamente l'essenza di quello che resta uno sport? Me lo chiedo con sincerità perchè, ve lo garantisco, purtroppo o per fortuna io non ci sono proprio abituato.