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    Sampmania: la peggior settimana del derby

    Sampmania: la peggior settimana del derby

    • Lorenzo Montaldo
    La settimana del derby di solito non ha una precisa connotazione temporale. Genova diventa un 'non luogo', e il succedersi dei minuti, nei sette giorni precedenti al grande evento, non sempre segue il corso regolare. Anzi, il tempo si dilata, si dissolve e si lacera. Sembra di vivere in una bolla ovattata, in attesa di qualcosa che non arriva mai. Poi, all'improvviso, quello stesso tempo martoriato e manipolato pare restringersi quando ci si trova lì, a pochi istanti dal fischio d'inizio. "Ma davvero ci siamo già?". Lo abbiamo pensato tutti, almeno una volta. Sì, ci siamo già.

    E' una settimana particolare, e non è una frase fatta. Perchè il calcio è la cosa più importante delle cose meno importanti, non l'ho detto io, ma Sacchi, e a Genova quando giocano Sampdoria e Genoa è proprio così. Ecco, forse sarebbe meglio evitare di aggiungere ulteriori carichi ad  una settimana così unica e intensa. La Samp, a mio modo di vedere, ha fatto tutto il contrario di quanto il buonsenso avrebbe suggerito.

    Onestamente (e la mia non è pretattica, solo sano realismo: mi perdonerà il collega genoano) credo che la condizione mentale e la concomitante situazione ambientale siano le peggiori che la Samp potesse augurarsi. Presentarsi al derby incerottati, con i giocatori cardine infortunati o affaticati, senza vittorie da quasi due mesi (sei partite, sei) è semplicemente un incubo. Un brutto sogno dal quale i blucerchiati vogliono a tutti i costi svegliarsi; ma come in ogni brutto sogno che si rispetti, è estremamente difficile. 

    Mettere altra carne al fuoco è deleterio. Così come è deleterio arrivare quasi a 'scaricare' il proprio allenatore, salvo poi riconfermarlo sbandierando un qualcosa che dà comunque l'idea di una fiducia a tempo. Giusto farsi sentire per carità, ma con determinati tempi e determinati modi. Sapete cos'altro credo sia dannoso? Inserire in organigramma una nuova figura - importantissima a livello societario - a tre giorni dal derby. E non parliamo di un osservatore, ma del nuovo responsabile dell'area tecnica. Un ruolo in sostanza con poteri quasi illimitati.

    Non vuole essere una critica a Pradè, sicuramente professionista esemplare (e credo anche estremamente importante per la Samp di oggi). La mia osservazione è legata più che altro ad un discorso di opportunità: era opportuno inserirlo a 72 ore dal derby, avendone fatto a meno per oltre due anni? Non sarebbe stato meglio forse ufficializzare il suo arrivo domenica, a bocce ferme? 

    Ovviamente, anche le parole hanno un valore in momenti del genere. E proprio per questo dovrebbero essere pesate con attenzione. Per un attimo avevo pensato di dedicare questo Sampmania proprio alla sparata che ha fatto tanto rumore a Genova. Quella della Samp conosciuta in passato "tra Recco e Chiavari", mentre oggi, grazie ad alcuni atteggiamenti 'colorati' del suo presidente, sembra essersi elevata alla notorietà mondiale. Poi ho pensato che, almeno per quanto riguarda il mio piccolo, minuscolo, inesistente campo di influenza sarebbe stato più opportuno non caricare ulteriormente un ambiente già saturo. Anche perchè la sensazione netta che ho avuto in questi giorni riguardo a tutto ciò che ruota attorno alla Samp è stata quella di un tizio che, durante una tempesta di fulmini e saette, indossi un' armatura di ferro perchè così si sente più protetto. Senza sapere, però, che il metallo è un conduttore naturale e i fulmini, così facendo, te li tiri dietro.

    Se il calcio fosse una scienza esatta, sembrerebbe già tutto scritto. Ma per fortuna, con il derby, non è solo il tempo a manipolarsi. Anche le regole di comune buonsenso diventano estremamente labili e interpretabili. E non necessariamente ad un'azione avventata deve corrispondere una reazione negativa. Non avrei mai pensato di dirlo, ma potrebbe essere una vera fortuna.

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