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    Sampmania: la Sampdoria e la mia nonnina che non mangia il sushi

    Sampmania: la Sampdoria e la mia nonnina che non mangia il sushi

    • Lorenzo Montaldo
    Devo fare una brutta confessione: non credevo che avremmo mai potuto vincere una partita del genere. Mai. Sullo 0-1 per l'Ascoli, ho pensato "Ci risiamo". Vedevo già la fotocopia delle troppe prestazioni propinate quest'anno. Dovete sapere una cosa: ho un'adorabile nonnina di 96 anni che vive con mia madre. A fine primo tempo, avevo lo stesso identico entusiasmo della mia adorabile nonnina quando con mia sorella andiamo a cena da mia madre e ordiniamo il sushi. Ero letteralmente demoralizzato, un po' come l'antenata quando le dici "Ci sono i ravioli", e poi le presenti i gyoza. Troppo brutta la Sampdoria, troppi i pericoli corsi dalla squadra di Pirlo. Come si può rimettere in carreggiata in una gara del genere?

    Ho avuto il primo sussulto di speranza quando Kasami, dopo un tiro da fuori, ha chiesto al pubblico di alzare il volume, di fare casino. "Beh, qualcuno che ci crede almeno c'è". Temevo comunque che non sarebbe bastata la carica del miglior prodotto svizzero dopo il cioccolato per raddrizzare una serata così, e il pallone arrivato docile a Duris a due passi dalla linea di porta è stato letteralmente un attentato alla mia salute mentale. La fiammella però si era già riaccesa. Merito di Esposito, un giocatore che, come zio Pat (Kasami), non c'entra nulla con questa categoria. Sono bastati uno stop e un contrasto del numero 7 per incendiarmi. Probabilmente pensa di essere dentro alla Play Station, perché è l'unica spiegazione plausibile. Non so voi, ma io sarei disposto a regalargli un pezzettino delle mie fibre muscolari pur di non vederlo mai più azzoppato.

    Quanto tempo era che la Sampdoria non vinceva una partita del genere? Onestamente, non me lo ricordo più. Inutile nascondersi dietro ad un dito, la gara l'hanno ribaltata i cambi, quei cambi che Pirlo non ha avuto a disposizione per tante, troppe volte. Se entrano in campo Esposito, Depaoli e un Borini gasato marcio dalla voglia di giocare, la musica passa dal Requiem agli ACDC. Permettetemi però una menzione speciale per Manuel De Luca. L'ho criticato aspramente, gli ho visto commettere errori inconcepibili in passato, e a livello tecnico credo abbia ancora tanta strada da fare. Nel frattempo lui, zitto zitto, da quando si è sbloccato ha infilato 6 gol e 2 assist in 13 partite (12 se contiamo che a Pisa è entrato soltanto per mezz'ora). Cosa significa? Forse niente, o forse il ragazzo ha ritrovato la serenità di cui ha parlato tanto spesso. In ogni caso, bravo: poche parole e tanti fatti, nel calcio di oggi è una rarità. Ha dimostrato la stessa ostinata caparbietà della mia nonnina nel rifiutare un uramaki.

    Quando è iniziato questo campionato di Serie B, ve lo giuro, non mi ero mai visto neppure un capello bianco. Ad oggi sono già a 4 o 5, in aumento. Non so come finirà questa stagione, non ci capisco più niente. Stiamo saltellando da un estremo all'altro come il sottoscritto in un all you can eat, però posso garantirvi una cosa: continuando di questo passo c'è il rischio che diventi coetaneo della mia adorabile nonnina. Vi farò sapere se inizierò a rifiutare caparbiamente il sushi come fa lei.

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