L’ingresso di Massimo Ferrero nel calcio è stato vigoroso e divertente. Le sue interviste fino a mercoledì sera sono state oggetto di risate e imitazioni, in molti lo hanno paragonato agli eccentrici numeri uno del passato come Gaucci e Rozzi. Uno show dietro l’altro, un personalismo fatto di gag, battute e tanto entusiasmo che si ribalta su tutto l’ambiente Sampdoria.

Tutto fino a quella maledetta notte di giovedì sera quando i fiumi si ingrossano e poi esplodono ribaltando fango su una città intera che si piega sulle ginocchia e poi prova a riemergere. Genova è stata colpita dalla morte di un cittadino e non solo. Genoa però è viva e ha trovato nel romano Massimo Ferrero un alleato importante. Da venerdì mattina il presidente ha messo da parte lo show e gli scherzi entrando a gamba testa sull’amministrazione comunale e attivandosi in prima persona per rendere partecipe lo sport di una tragedia immensa.

Ferrero ha forzato la mano, contattando tutti coloro che avevano il potere per dare un aiuto concreto. Ha fatto in modo che la Lega Serie A aprisse un conto corrente per Genova, ha partecipato al lutto cittadino in prima persona criticando aspramente chi si dovrebbe assumere ma non lo fa le responsabilità del disastro.

Lo ha fatto con  il cuore e con tanta caparbietà, Massimo Ferrero. Lo ha fatto perché la Sampdoria gli sta entrando nelle vene e lui sta entrando piano piano nelle vene di tutto il mondo blucerchiato. Genova per ora ringrazia e aspetta gli aiuti che lo sport le potrà dare. Il tutto grazie ad un romano testardo e innamorato. Un uomo che poteva guardare da lontano la città piegarsi e invece ha deciso di agire ancora prima di parlare. In troppi in questi giorni genovesi hanno fatto il contrario.