Sampmania: la favola di Okaka e il calcio che piace
Il tanto e giustamente bistrattato calcio a volte sa ancora regalare storie di sport. Di quelle emozionanti, sorprendenti e con un lieto fine inimmaginabile. Una delle ultime arriva dalla sponda blucerchiata di Genova e ha come protagonista Stefano Okaka. L’ex bambino prodigio della Roma che a 16 anni giocava al fianco di un certo Francesco Totti era vicinissimo a perdersi nella giungla di un mondo che non sa aspettarti neanche se sei poco più che un ragazzino.
Così Stefano Okaka dopo aver lasciato Roma ha iniziato a girovagare per i campi di mezza Italia con la scomoda nomea del salvatore della patria. La pressione lo ha schiacciato e l’Italia aveva praticamente perso un uomo e un giocatore di valore. Così stava per finire a Parma dove Okaka non riusciva neanche a mettere piede in campo. Poi la nuova occasione alla Sampdoria che arriva tra lo scetticismo generale.
Okaka arriva a Genova dopo uno scambio con Pozzi a gennaio. Sembra la classica operazione per riuscire a ridiscutere i contratti e risparmiare qualche migliaia di euro. Così non è stato perché l’ex bambino prodigio giallorosso ha trovato un allenatore che appena lo ha visto lo ha messo sotto, giorno dopo giorno, lo ha martellato, plasmato e infine lanciato. Sinisa Mihajlovic è il nuovo padre calcistico di un ragazzo che ci ha messo tantissimo del suo. Ha creduto in una nuova occasione ed è riuscito a sfondare. Di tempo da recuperare ne ha tanto ma la sua strada sembra essere ora se non in discesa almeno in piano, successo assoluto per chi ha dovuto sempre percorrere salite. La Sampdoria ora se lo gode e Antonio Conte dovrebbe guardarlo da vicino, Okaka merita la Nazionale. Senza pressioni, solo una convocazione per dimostrare il suo valore, l’ex ragazzo prodigio ora è diventato grande e può tornare a sognare.