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    Sampmania: come l'ultimo giorno di superiori

    Sampmania: come l'ultimo giorno di superiori

    • Lorenzo Montaldo
    26 maggio 2019. Segnatevela, questa data, perchè sarà un giorno cruciale nella storia della Sampdoria. Se cambierà in bene o in male non lo so, ma ieri allo stadio ho avuto la netta sensazione di assistere alla fine di un ciclo, all'ultima  rappresentazione di uno spettacolo itinerante che gira in tournée da tre anni. Gli attori - quelli protagonisti e i personaggi secondari - si sono concessi un'uscita di scena da incorniciare, sul palcoscenico più bello e affascinante. Una reunion per chiudere in bellezza prima di intraprendere strade diverse, destini divergenti che porteranno i protagonisti di ieri chissà dove. 

    Sembrava di essere all'ultimo giorno di superiori. Badate bene, non di scuola, di superiori. Sei gasato e elettrizzato per il percorso che andrai ad intraprendere, ma a livello inconscio sei altrettanto consapevole del fatto che quell'atmosfera e quel clima non li rivivrai più. In maniera irrazionale sai che parecchie delle persone con cui hai passato cinque anni non le incontrerai di nuovo, quelle che ti stavano antipatiche ma pure quelle che ritenevi amici inseparabili. Prenderete strade diverse: qualcuno si darà all'arte, altri studieranno per governare il mondo – e ci riusciranno – altri ancora semplicemente si impegneranno  per essere il più felici possibile. Qualcuno magari tenterà pure di fare (male) il giornalista.

    Ieri al Ferraris c'erano almeno quattro o cinque storie di addii. Partiranno Praet e Andersen, andranno a studiare all'estero. Tra un po' ce li troveremo in televisione e diremo alla persona seduta con noi sul divano: 'Guarda, io li conoscevo, erano in classe con me”. Un po' come già succede per Mustafi, Torreira e Skriniar. Probabilmente saluteranno anche Tonelli e Saponara, chissà Defrel. Come il francese, sono in bilico tanti altri protagonisti dell'era Giampaolo. C'è poi anche chi dovrà compiere una scelta di vita fondamentale, combattuto tra un futuro oltreoceano, un finale di carriera stimolante in un posto dove 'si trova da re', e la possibile tentazione di riscrivere la storia a casa sua, nel suo paese, quel luogo che era stato obbligato a lasciare per cercare fortuna altrove. Nel frattempo, questo signore di cui parliamo ha scritto un'altra pagina di storia. La reale portata dell'impresa di Fabio Quagliarella la comprenderemo soltanto tra qualche anno, oggi sembra tutto normale ma fidatevi, non lo è per niente.

    Tra le persone che potresti non vedere più poi c'è anche quel professore che parla poco ma che spiega tanto, che ti ha cresciuto e per certi aspetti plasmato. Uno che si è sempre tenuto ai margini per non rubare la scena ai suoi alunni, perchè non ha bisogno di complimenti e attestati di bravura, lui si bea del successo delle idee. Giampaolo non l'ho mai visto sotto la gradinata a prendersi gli applausi, ieri c'è stato per qualche secondo, e ha dato persino l'impressione di essere a disagio. C'è rimasto poco, di fronte alla Sud, quasi imbarazzato dalla testimonianza di affetto dei tifosi blucerchiati. Uomo schivo e riservato per natura, è scappato subito, è uscito in punta di piedi dal Ferraris per lasciare il palcoscenico ai ragazzi che ha formato con pazienza, allenamento dopo allenamento al Mugnaini. Intanto lo sanno tutti che il regista dello spettacolo è lui. E' stato un altro momento catartico, insieme al tributo della curva a Fabio Quagliarella. Giampaolo non si è incamminato verso la Sud per farsi dire 'bravo', ci è andato per salutare, perchè lui non è uno che se ne va sbattendo la porta prima di uscire, è uno che dice ciao a tutti e accosta delicatamente. Purtroppo ho avuto la netta impressione che fosse l'ultimo giorno anche per lui, spero proprio di sbagliarmi.

    Sì, Samp-Juventus sembrava realmente l'ultimo giorno di superiori. Che poi, io sono stato fortunato, dieci anni dopo i miei amici delle superiori sono sempre gli stessi, vivono sparsi per l'Italia, l'Europa ed il Mondo ma alla fine riusciamo sempre a ritrovarci in una parte casuale del globo, con qualche chilo in più, qualche figlio, moglie o compagno in più, e qualche capello in meno (tranne nel mio caso, i miei resistono). Magari passa qualche mese da una volta all'altra, ma non vediamo l'ora di riunirci. Eppure so che è un caso eccezionale. Succederà lo stesso alla Sampdoria? Difficile, se non impossibile. Potrà esserci qualche rimpatriata magari, ma i destini dei protagonisti del triennio 2016-2019 saranno tutti diversi. Non deve essere necessariamente un male, intendiamoci, io sono un ottimista e spero sempre che dietro l'angolo ci sia una svolta. Magari avremo tutti una vita meravigliosa e un futuro radioso, ma un po' di nostalgia ripensando a quel 26 maggio 2019, quando eravamo giovani e belli, tornerà sempre. 

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