Calciomercato.com

  • Getty Images
    Sampmania: 'Invexendo'

    Sampmania: 'Invexendo'

    • Lorenzo Montaldo
    A Genova c'è una parola particolare, difficile da rendere in italiano. E' 'Invexendo', descrive un mix di allegria, agitazione, euforia e una punta di preoccupazione. Uno si 'invexenda' quando per esempio deve uscire per la prima volta con la persona che gli piace da anni, il giorno della laurea, il giorno del matrimonio. Ecco, ai genovesi basta una parola per sintetizzare il cocktail di emozioni provate prima di Sampdoria-Reggiana. Da quanto tempo non avvertivamo una simile tensione positiva? Da quanto tempo i tifosi della Sampdoria non andavano allo stadio con l'ansia pre partita, quella buona, quella che arriva quando hai qualcosa di bello da conquistare? Da troppe stagioni la nostra unica preoccupazione era, nel migliore dei casi, evitare la retrocessione. Un anno fa, ad inizio maggio, vedevamo la nostra squadra prendere sberle ogni domenica. Eravamo spossati, debilitati da una febbre continua, e convivevamo con il terrore che la nostra grande passione, fosse ad un passo dall'addormentarsi per non svegliarsi più.

    Da un po' non trascorrevamo un pomeriggio di festa. La Samp, partita in sordina e a fari spenti, ha centrato l'obiettivo playoff con una giornata di anticipo quindi, a prescindere da come andrà adesso il campionato, la stagione ritengo possa essere considerata positiva. Le attese sono state mantenute, le promesse rispettate, anzi, ad un certo punto del campionato credevo fosse utopistico parlare di prime otto posizioni, quando la zona retrocessione era lì ad un passo e il baratro si spalancava dietro di noi.

    Certo, se la domanda è "La Sampdoria ha espresso per intero il suo potenziale?" la risposta per me è no, decisamente no. I blucerchiati avrebbero potuto fare di più. A livello di formazione, credo che il Doria possa contare su una rosa capace di affrontare quasi alla pari gran parte delle compagini di Serie B, se tutti gli elementi sono a disposizione. Ecco, l'integrità fisica è una chimera per la Samp di Pirlo, e si è rivelata la principale criticità nella sua gestione. Una simile moria di lesioni muscolare è inaccettabile, per un club professionistico. Ma torniamo a ieri, ad un pomeriggio srotolatosi per una volta in maniera lineare, ad una giornata iniziata con un mare blucerchiato ad accogliere la squadra, e proseguita poi con il toccante tributo del Ferraris a mister Eriksson. E' filato tutto liscio, come previsto, senza psicodrammi o follie. Non sono più abituato, sono programmato per aspettarmi sempre il peggio, da buon genovese brontolone. Quadno tutto va bene, mi sorprendo. Sto invecchiando.

    La Samp ha vinto la gara del Ferraris azzeccando le mosse tattiche. L'undici iniziale ha messo da subito sotto pressione la Reggiana, in particolare grazie a Darboe, vero e proprio jolly di giornata. Il gambiano ha rimpiazzato splendidamente Kasami, restituendo velocità e dinamismo al centrocampo. Per carità, Kasami non si tocca, per i playoff sarà cruciale il suo apporto, ma l'appannamento fisico dell'ultimo periodo aveva avuto pesanti influenze anche sul giropalla blucerchiato. Inoltre, Pirlo ha apportato alcune correzioni interessanti: Yepes è stato chiamato meno alla giocata in verticale, e più al fraseggio nello stretto. Venendosi a prendere la palla quasi sulla linea dei difensori, lo spagnolo ha potuto velocizzare i tempi di uscita e di transizione dalla difesa all'attacco. Il pressing alto e continuo di Esposito, De Luca e Borini, capaci di andare a prendere sistematicamente quasi ad uomo i primi portatori palla della Reggiana, ha complicato parecchio il piano tattico della squadra di Nesta. Quando poi hai il tuo numero 7 che mette il pallone sotto all'incrocio da venticinque metri, è tutto più facile.

    Credo sia doverosa però un po' di analisi sul calo fisico della ripresa, specialmente in ottica playoff. Quelli saranno i minuti decisivi in cui decidere la sorte di una partita secca, e la Samp non può durare solo un'ora, adesso che ha tutti o quasi gli effettivi a disposizione. Un altro aspetto degno di nota è la fragilità mentale dei blucerchiati. Ieri ho avuto la netta sensazione, dopo il gol annullato, di un terrore serpeggiante e diffuso tra i doriani, una paura che rendeva impossibili giocate considerate banali sino ad un minuto prima. 

    Devo dire che già dalla settimana scorsa ero abbastanza fiducioso, e lo rimango pure oggi. Andremo a Catanzaro a giocarci il sesto posto, c'è profumo di estate, la Sampdoria non rischia più di fallire, arriveranno i playoff, il sole, le sagre, il primo mare e tante altre serate di quella tensione positiva, di quell'agitazione buona che non provavamo più da tanto. Quindi, viva l' 'Invexendo'. Sono felice di avere ansia. 

    Instagram
    @lorenzo_montaldo
    Twitter
    @MontaldoLorenzo

    Altre Notizie