Sampmania:| Inutili emozioni?
Rabbia, dolore, gioia, rassegnazione, entusiasmo e molto altro ancora. Questo è stato il secondo tempo di Sampdoria-Brescia, una montagna russa di emozioni che alla fine del campionato potrebbe portare ad un solo stato d'animo: il rimpianto. Rimpianto per una stagione ormai maledetta in cui anche un gol al 92' lascia il gusto amaro della beffa. Uscendo da Marassi e smaltito l'entusiasmo per la serpentina di Mannini, l'umore è cupo. Si guarda la classifica e non rimane che sperare nelle altre, Lecce e Cesena.
Usciti da quello stadio che sembra sempre più maledetto, il pensiero corre veloce a Pazzini, che in quattro minuti ha riportato il Cesena nella lotta, e al Chievo che non si è accontentato del pareggio battendo un Lecce coraggioso. A loro il ringraziamento per aver tenuto ancora viva la corsa alla salvezza, ma oggi più che mai è lampante che la Sampdoria la serie A non la sta meritando sul campo. Se il triplice fischio di oggi avesse sancito la fine del campionato, i blucerchiati sarebbero salvi solamente grazie a meriti e demeriti altrui.
Quando si navigava ancora in acque relativamente tranquille si disse (con molta speranza) che i conti sarebbero stati fatti dopo l'infinta serie di scontri diretti. Quel giorno è arrivato, e la corsa della Samp assomiglia ad una sanguinosa maratona dei 'se'. Se Maccarone avesse segnato il rigore con il Parma, se Tissone non si fosse fatto espellere a Catania, se infine contro il Cesena la squadra non si fosse sciolta scivolando sul 3-0 invece di rimanere in partita fino alla fine.
La realtà è che in tutti gli scontri diretti la Sampdoria non è stata all'altezza dell'avversario: a Marassi, antico fortino, i blucerchiati hanno racimolato un solo punto (quello di ieri), salvando la baracca a Verona contro il Chievo e a Bari contro i galletti destinati da tempo alla serie B. Anche nel turbinio di emozioni di ieri pomeriggio c'è poco da salvare, se non l'orgoglio di aver rimontato una partita persa. Ogni gol segnato è arrivato grazie ad iniziative sporadiche: Biabiany che dal nulla mette il pallone sulla testa di Pozzi, Tissone che trova l'eurogol da fuori area, e infine Mannini che si trasforma in Messi mettendo a sedere tutti e scaricando la sfera in un pertugio invisibile.
Questa squadra ha reagito alle difficoltà come una bestia ferita colpita a morte per ben tre volte ma capace di non mollare, facendo pensare a molti dove questa forza fosse stata rinchiusa. Questa stessa forza dovrà essere gettata in campo nel derby della speranza di domenica prossima fin dal primo minuto. Le avversarie hanno già regalato troppo, adesso è il momento di meritarsi una serie A che partita dopo partita sta scivolando via.