Sampmania: il pompiere e la tizia che deve decidere se pagare l’affitto o le bollette
Credo non sia neppure il caso di ribadire alcuni concetti ovvi, tipo che la Coppa Italia era l’ultimo pensiero della Sampdoria e che a Genova, tolto l’eroico manipolo di eroi che alle 18 di un giovedì feriale si è sobbarcato il viaggio fino a Firenze, della partita di ieri fregava poco a chiunque. Tra l’altro peccato perché la Coppa è sempre stato terreno nostro, e quest’anno il cammino, almeno sino alla semifinale, non sarebbe stato impossibile. La Samp di oggi, però, è come quella tizia che deve decidere se pagare le bollette o l’affitto. Un mese salda uno, un mese l’altro. Pazienza, sono affari nostri. Quando l’abbiamo sposata sapevamo di correre il rischio e lo abbiamo messo in preventivo. Dà fastidio solo che il tizio che l'ha messa sul lastrico sia ancora lì attaccato al campanello, ma questa è un'altra storia.
Stankovic invece fa il pompiere. Ci aveva avvertito, nell’intervista di fine dicembre. “Non ripeterei certe parole dette dopo Torino e Lecce. A volte è meglio stare zitti e passare per idioti”. Ecco perché, nel post gara di Firenze, il mister serbo ha affermato cose come: “Combattuto a testa alta”, “Onorato l’impegno”, “tenuto botta”. Non ci crede neppure lui. Lo dice perché deve. E’ evidente che la Samp di ieri non abbia ‘tenuto botta’: i blucerchiati non hanno fatto neppure un tiro in porta. Letteralmente. Le conclusioni nello specchio a referto sono zero. I tentativi totali verso i pali invece arrivano a 4, di cui 3 respinti e quindi neppure giunti dalle parti di Gollini. Stankovic è un uomo di campo, un ex calciatore di livello assoluto, e sa benissimo che la Samp non ha combattuto. Se ne rende conto quanto noi. Sta solo cercando in ogni modo di conservare e mantenere appiccicato ai giocatori quello spirito post Sassuolo, e penso faccia bene.
Certo, se dovessimo analizzare la prestazione in maniera acritica e asettica, emergerebbero in un nanosecondo tutti i limiti e le difficoltà di questa squadra. Murillo dietro deve recuperare una condizione accettabile, il colombiano è troppo svagato e falloso, Djuricic continua ad offrire un rendimento discontinuo, anzi, nelle ultime prestazioni in blucerchiato decisamente deludente, in attacco il giovane Montevago è ancora evidentemente inadatto alla categoria, per quanto volenteroso e applicato. E si potrebbe andare avanti a cascata, coinvolgendo i centrocampisti, gli altri difensori, i ‘desaparecidos’ tornati in campo ieri (vero Sabiri e Colley?). Ma non è il caso.
La mia principale preoccupazione, al momento, è tutta incentrata e focalizzata su lunedì. Anche perché, considerando i plausibili movimenti di mercato, il povero Stankovic potrebbe ritrovarsi nuovamente a dover fare valutazioni su elementi contati a livello numerico, con serie difficoltà a raggranellare undici calciatori titolari. Augurandosi un recupero di Gabbiadini, restano serissimi problemi a centrocampo: Villar partito, Verre partente e Rincon squalificato sono soltanto alcuni esempi. Il rischio è quello di dover imbastire una coppia mediana Vieira-Paoletti, per tale motivo i blucerchiati hanno ingaggiato una vera e propria corsa contro il tempo per arrivare al tesseramento di Harroui. L’assenza in Coppa Italia di Yepes, invece, fa pensare ad una sorta di bocciatura dello spagnolo, cosa peraltro molto particolare tenendo conto della considerazione di cui gode(va). Mi auguro sia un’impressione. La sensazione è che la Samp farà il possibile per cedere Verre dopo la trasferta in Toscana, anche perché l’altra eventualità è quella di un impiego in mediana di Sabiri.
Le premesse per il dentro o fuori di Empoli, insomma, sono ancora una volta tremende. Logico, anzi, apprezzabile che Stankovic stia tentando di mantenere alto il morale. Ieri ha presentato così la trasferta contro gli azzurri: “Ci aspetta una battaglia a Empoli. Non sarà decisiva, non ti salvi se vinci e non retrocedi se perdi ma sarà molto importante”. Logicamente, anche questa è una balla. Di partite non decisive adesso per la Samp non ne esistono più. Lo sono tutte. Però, si tratta esattamente le frasi che mi aspettavo da lui. Vi ricordate sempre quella famosa intervista di cui vi parlavo prima? Stankovic aveva detto anche questo: “Ho sbagliato a caricare in quel modo, troppo, la partita con il Lecce. Sono andato oltre e mi dispiace. Mi assumo le colpe. Pensavo di suscitare una reazione che ci avrebbe aiutato a vincere la partita e a andare in ritiro con una vittoria che avrebbe cambiato inconsciamente qualcosa. Adrenalina, felicità ti facevano girare il 20% in più. L’ho vissuto sulla mia pelle. È stata una lezione bella tosta, ora sceglierò meglio il modo con cui caricare i miei calciatori”. Evidentemente, sta provando ad evitare la ripetizione di Samp-Lecce. Se riuscirà nell’intento, confezionerà un mezzo miracolo. Di certo merita rispetto per le condizioni in cui sta lavorando. E lo meritano anche i tifosi, che scelgono ogni giorno se pagare l’affitto o le bollette.
@lorenzo_montaldo
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