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    Sampmania: Good Night, and good Luck

    Sampmania: Good Night, and good Luck

    • Lorenzo Montaldo
    Sampdoria-Parma si srotola esattamente come dovrebbe. Va tutto secondo copione, anche il risultato. E’ un 3-0 secco, rotondo e prevedibile, considerando i valori in campo, la pochezza di un’avversaria ormai retrocessa da settimane e le motivazioni dei giocatori blucerchiati, impegnati a dare a Ranieri l’addio richiesto. Il tecnico centra l’ambizioso obiettivo dei 52 punti, riceve abbracci dai suoi uomini, dirige la gara dalla panchina con professionalità, e lascia una Sampdoria nona, con alcune individualità interessanti, tantissimi punti interrogativi per il futuro e pochi rimpianti. Si poteva fare di più? Difficile. Si poteva fare peggio? Probabilmente sì. La rosa è modesta, e attesa da un calciomercato di ‘passione’, intesa nel senso più biblico del termine. Una passione di lacrime e sangue. Non sarà semplice, per chi verrà dopo. Per nulla. In bocca al lupo, a chiunque prenda in mano questa squadra. Ne avrà bisogno. 

    Non sono sicuro di come si sia svolta davvero la trattativa per il rinnovo del tecnico. Alla fine, in ogni aspetto aziendale esistente al mondo, comanda sempre lui, il denaro. Ranieri dice testualmente in conferenza stampa post gara: ”Non è per un fattore economico, non firmo per i soldi”, e non ho elementi per non credergli. Afferma di cercare un futuro più stimolante, però la progettualità (nulla) della dirigenza del Doria la si conosce da secoli. E’ sempre quella, non ci si può stupire ora. Oggi, dopo quasi due anni di gestione Ranieri, rimangono la gratitudine per una salvezza disperata, ottenuta con quattro giornate d’anticipo, i tantissimi punti di quest’anno (per la dimensione blucerchiata, sono una marea) e qualche perplessità legata a determinate uscite e a certi risultati. Nel personalissimo borsino del tecnico del Testaccio pesano pure i derby, alcune gare proprio brutte, delle sviolinate non richieste alla proprietà, fin troppo aziendaliste per i miei gusti, e l’impronta data alla sua squadra, nell'ambito di un gioco, diciamo così, non proprio organizzato. Sta ad ognuno soppesare e valutare il tutto, ma vi prego, con equilibrio e spirito critico. I cinquantadue punti - lo ripeto, a scanso di equivoci - sono veramente notevoli, la domanda che ciascuno di noi dovrebbe farsi è: controbilanciano tutto il resto? Non c’è una risposta giusta o una sbagliata, chiunque ha la sua. Io, in fin dei conti, ritengo di sì

    Quello che spaventa, dell’addio di Ranieri, è  lo scenario futuro. Quest’anno il carisma e l’esperienza del navigato uomo di campo hanno smussato e ovattato le lacune e le assenze societarie. I risultati ottenuti sul terreno di gioco gli hanno dato una grossa mano e probabilmente, per la dimensione dell’attualità doriana, la presenza di un condottiero di lunga data era la miglior assicurazione possibile. Con altre proprietà, e altre prospettive, potrebbe esserci di meglio. Con quella attuale, mia modesta opinione, no. 

    “E ora”? Già, è questa la domanda più spaventosa, e più giusta, da farsi. “E ora”?. Adesso io non so cosa accadrà. Con l’Europeo, le vacanze e tutto il corredo di situazioni contingenti, non credo ci saranno grosse novità a breve. Di sicuro, sarà un mercato stravolgente. Complesso, complicato, delicato, deformante, cambierà radicalmente volto alla formazione blucerchiata. Degli undici, anzi, sedici scesi in campo oggi, immagino ne rimarranno proprio pochi. Con quale allenatore, con quale direttore sportivo, con quale area tecnica, con quali interpreti? Cosa ne sarà dei prestiti, degli esuberi, dei riscatti, delle scadenze di contratto? Che succederà alla Samp, e a tutte le situazioni gravitanti attorno ad essa? Sono questi gli interrogativi chiusi fuori dalla portiera della mia auto, mentre lascio il Ferraris ormai buio e quasi dormiente per l’ultima volta in stagione. L’atmosfera da ultimo giorno di scuola non mi è mai piaciuta. C’è mescolata quella vena di malinconia latente, e detesto concludere per sempre qualcosa. Mettere dei punti non fa per me, preferisco le virgole. Così, mentre accendo la macchina per l’ultima volta, mi rimbalza nella mente soltanto il commiato di Edward Murrow nel film di George Clooney del 2005. “Good Night, and good Luck”. Buonanotte, e buona fortuna. Mi sembra perfetto. Ne avremo un disperato bisogno.

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