Sampmania:| Ferrara, la scommessa è vinta
Due giornate di campionato e la Sampdoria ha già vinto la sua scommessa più grande, quella su Ciro Ferrara. Dopo un mese di ritiro e le prime due giornate di campionato, gli scettici si sono dovuti ricredere. Chi pensava che il buon Ciro fosse soluzione non adatta alla situazione blucerchiata, dovrà cospargersi il capo di cenere e chiedere scusa. Dopo i 'no' di Benitez e Deschamps, la chiamata di Ferrara era stata dipinta come una mezza tragedia. Il suo sorriso in sede di presentazione è stato il primo segnale del fatto che davvero la Sampdoria avesse puntato sul cavallo giusto. Qualcuno non lo ha voluto capire, e allora si è dovuto arrendere alla realtà del campo.
Per Ciro Ferrara il calcio è una cosa seria: lo è stata da calciatore e lo è anche da allenatore. Il suo sorriso non deve essere interpretato come segno di debolezza. Anzi, in quel sorriso c'è tutta la sicurezza nei propri mezzi, che la sua squadra ha percepito fin dal primo giorno di ritiro. La Sampdoria già oggi gioca proprio come vuole il suo tecnico. Attenta, solida, determinata, veloce ed equilibrata, a volte persino spettacolare, caratteristiche che quei tipi tosti di Iachini e Atzori non prendevano neanche in considerazione. Il calcio è divertimento, e sebbene da buon lippiano d'origine Ferrara abbia sempre privilegiato l'equilibrio, la sua Samp attacca e lo fa spesso a pieno organico.
Senza paura i terzini accompagnano un tridente puro con Estigarribia a dare velocità ed Eder qualità, il tutto al servizio del bomber di turno da scegliere fra Maxi Lopez e Pozzi. La Sampdoria non ha paura di niente, si lancia sull'avversario come un predatore, che sia il Milan o il Siena poco importa. Il pressing alto di Obiang e Poli viene sempre seguito dai compagni, che in pieno stile Barcellona non scappano verso il proprio portiere ma cercano di togliere l'aria ai portatori di palla avversari. Ciro Ferrara queste idee le ha prime espresse a tifosi e giornalisti, e poi le ha fatte mettere in pratica ai suoi. Sicuri che Iachini, Benitez o Deschamps sarebbe riusciti in tutto questo?