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    Sampmania: felici a metà

    Sampmania: felici a metà

    • Lorenzo Montaldo
    Diciamolo subito: un punto con la Fiorentina in piena corsa per l'Europa non può che lasciare soddisfatti. E il fatto che la Sampdoria, per certi versi, si senta mancare qualcosa dopo il match con i viola fa capire perfettamente come la squadra blucerchiata stia maturando anche a livello mentale. La truppa doriana avrebbe voluto di più dal lunch match di domenica. Anche perchè le componenti per una grande festa c'erano tutte. C'erano il sole, l'aria frizzante della primavera, uno stadio intero che fischietta sulle note di Manolo Strimpelli, un allenatore fresco di rinnovo e accolto da applausi scroscianti provenienti dalla Sud. Anche l'1-0 dopo pochissimi minuti sembrava incanalare la partita sui binari perfetti, figurarsi l'esplosione di gioia del Ferraris dopo il 2-1 griffato Ricky Alvarez.

    La doccia gelata di Babacar, insomma, lascia alcuni rimpianti che la mente rigetta, ma che il cuore nonostante tutto continua a sentire. Anche perchè la Samp, in questa stagione, ci ha abituato a clamorose e continue rimonte. Essere raggiunti (due volte) è raro ed è soprattutto beffardo. I blucerchiati però hanno ben poco da rimproverarsi. Magari un po' più di lucidità in attacco, quello si, ma il pareggio – peraltro giusto e meritato da parte della Fiorentina – è stato figlio più di sfortuna e di errori singoli e difficilmente ripetibili che non di una prestazione negativa da parte del collettivo. In difesa, Skriniar e Silvestre non hanno sbagliato praticamente nulla, così come il centrocampo muscolare organizzato da Giampaolo ha saputo reggere alla perfezione l'urto degli esperti fiorettisti viola. In attacco Bruno Fernandes è tornato a fare 'El Dez' come ad inizio stagione, e Quagliarella ha offerto la consueta prestazione di sacrificio e grande carisma. A mancare se mai è stato in alcuni momenti Schick (capace comunque di fornire due cioccolatini a Fernandes e a Alvarez in occasione del raddoppio), mentre la Samp è andata in sofferenza sulle corsie, dove Bereszynski e Dodò hanno faticato a reggere il passo dei vari Tello, Milic e Chiesa. Ma era una situazione ampiamente preventivabile, per certi versi attesa, e il fatto che le reti ospiti siano arrivate da due situazioni particolari (un calcio d'angolo con Torreira che cerca di contenere Rodriguez e un tiro da posizione centrale) certifica come tutto sommato anche gli esterni doriani siano riusciti nel loro compito. Seppur a fatica, va detto.

    La mentalità vincente si costruisce con partite di questo genere. Se una squadra è abbastanza matura da pensare che il pareggio con la Fiorentina sarebbe potuto essere in realtà l'ennesimo successo doriano, allora vuol dire che la strada per il salto di qualità è stata presa. Lo evidenzia anche il fatto che un giocatore come Ricky Alvarez, nel pieno della maturità calcistica, accetti serenamente il ruolo di riserva salvo poi abbracciare la panchina dopo il gol da subentrante – l'ennesimo di questa Samp – ringraziando pubblicamente il suo allenatore Giampaolo nel post partita. La Sampdoria insomma si gode il rapporto simbiotico con il suo pubblico, il sole che bacia Genova, la primavera e il punto con la Fiorentina. Ma sono quasi convinto che se i blucerchiati dovessero rigiocarla, difficilmente se la lascerebbero sfuggire così. Ed è un pensiero che ci permette di godere un po' di più di questo 2-2, che ci lascia felici a metà.

    @MontaldoLorenzo

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