Sampmania: elogio alla noia e alla monotonia
Puntuali sono arrivate le voci sulla panchina: Montella aveva conquistato la salvezza (peraltro, non ancora matematica) da neppure un'ora, che già iniziavano a circolare le indiscrezioni sui primi 'scricchiolii' tra l'attuale tecnico e la proprietà. Le frasi sibilline dell'Aeroplanino nel post partita del match con la Lazio hanno contribuito, certo, ma possibile che non sia concesso neppure tirare un sospiro di sollievo per il mantenimento della categoria, arrivato al termine di mesi di passione, intesa in senso biblico, ossia di calvario? Poi ci sono le voci di mercato, tra un Soriano che un po' parte e un po' resta, un Cassano desideroso di spazio, un Muriel svalutato e in difficoltà e Ranocchia e Dodò che sembrano destinati a non prolungare il loro soggiorno genovese. E, dulcis in fundo, le notizie su una presunta cessione societaria, da approfondire eppure smentite da tutte le parti chiamate in causa. Il tutto senza dimenticare l'ormai celebre contenzioso tra la Sampdoria, Eto'o e Olinga, ancora tutto da decifrare.
Sia chiaro, questo editoriale non vuole essere un'accusa nei confronti di tutti quei colleghi, peraltro ben più autorevoli del sottoscritto, che raccontano la quotidianità doriana e fanno - bene - il loro lavoro. E non vuole neppure svalutare i rumors, dequalificandoli a mere supposizioni. Si tratta di dubbi leciti, dubbi che, lo confesso, hanno sfiorato anche me. La mia vuole essere una riflessione più generale, e un tentativo di sintesi utile per far riflettere su quanto sia diverso il clima attorno alla Samp rispetto a poche stagioni fa.
E poi, diciamo la verità, tutte queste indiscrezioni sulla Samp movimentano il nostro lavoro, e per certi versi lo semplificano: è sicuramente più facile scrivere del Doria quando si ha solo l'imbarazzo della scelta sugli argomenti da trattare. Con un derby ancora da giocare, e un punto da raccogliere prima della matematica certezza della permanenza in A, però, in tanti si sarebbero augurati un finale di stagione magari più monocorde e incolore, almeno per qualche settimana. Annoiarsi talvolta può rivelarsi il regalo più prezioso: d'altro canto, 'la monotonia di una vita tranquilla stimola la mente a creare'. Lo ha detto Einstein, mica io!