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    Sampmania: difficile come smaltire birra e frites

    Sampmania: difficile come smaltire birra e frites

    • Lorenzo Montaldo
    La strada per la redenzione è lunga e tortuosa. Prendete me, per esempio: sono rientrato ieri mattina dopo qualche giorno a Bruxelles, giusto in tempo per Samp-Cosenza, e da allora sto tentando di smaltire le maledette patatine fritte belghe - non ho ancora capito che tipo di perversione abbiano con les frites, le odio - e le birre iper fermentate. E' un sentiero in salita per me, quello della redenzione, figuratevi per la Sampdoria. Però, sia io che la squadra di Pirlo il primo passo lo abbiamo fatto: il sottoscritto con una corsetta post partita, loro con la prima vittoria in casa dopo una vita e mezza. Dicono sia lo step più difficile, speriamo sia davvero così.

    Il primo tempo ieri pareva rispettare il solito trito copione, ormai ampiamente assimilato dopo oltre un anno di orrori vari e assortiti. Borini e compagni sembravano impauriti, in difficoltà nel giocare palla a terra. Il Doria ha commesso la solita montagna di errori tecnici: passaggi sbagliati, una marea di palloni regalati agli avversari, stop ceffati e tutto il corollario consueto di inciampi. Come se non bastasse, la squadra appariva pure particolarmente nervosa. Le mie pagelle personali erano già piuttosto dure, in particolare con alcune pedine tipo Verre. 

    Per fortuna, dal cinquantesimo minuto in poi ho dovuto riscrivere tutto quanto. L'esempio lampante è proprio quello del numero 10: dopo quarantinque minuti in cui ha sbagliato ogni possibile scelta, ha giocato un quarto d'ora da Verre, mandando due volte in porta Borini e prendendosi un rigore pesante come un macigno. Tenesse questo standard, potrebbe rivelarsi importante per la Samp. Discorso simile vale per Borini. Sino al gol, la pagella era qualcosa tipo "E' l'uomo che dovrebbe caricarsi sulle spalle la Samp, ma sbaglia un gol già fatto e spesso non si assume la responsabilità della giocata". Dopo il rigore, è diventato esattamente quel tipo di giocatore lì. La versione di Borini del secondo tempo è precisamente quella che tutti ci aspettiamo, quando pensiamo ad uno del suo calibro in Serie B: dribbling, sgasate, esperienza, lucidità e classe, tanta classe perché quel destro di mezzo esterno nell'angolino è una giocata splendida. 

    Avremmo avuto bisogno di questo Verre e di questo Borini anche prima, speriamo alla fine di averli trovati, e di non perderli più. Un'altra cosa che abbiamo notato ieri è stata una prestazione di livello assoluto da parte dei due centrali di difesa. Ghilardi e Facundo Gonzalez sono stati praticamente perfetti. Nessuna sbavatura, pochi fronzoli, tanti muscoli: bravi. Nella giornata forse più diffiicile a livello di formazione e di assenze in tutto l'anno, la Samp ha sfoderato delle energie davvero inattese. E se fosse questo, l'episodio che fa girare il vento?

    Presto per dirlo, ovvio. Però tutti ci auguriamo sia così. Quindi, un 'bravo' questa volta se lo merita anche mister Pirlo. Il quarto modulo utilizzato da inizio stagione ha dato finalmente i suoi frutti. Io continuo a pensare che, con l'organico a pieno regime, il 4-4-2 (o al limite il 3-5-2) siano gli schieramenti che più si adattano alle caratteristiche e agli uomini blucerchiati, ma con il Cosenza il tecnico ha messo in campo la miglior formazione possibile considerando l'ecatombe di elementi cruciali out per acciacchi vari. E le scelte gli hanno dato ragione. Vedremo se le prossime gare confermeranno questo che ci siamo davvero imbarcati in un cammino di Santiago con rotta 'redenzione'. Io ci spero dannatamente. Anche perché se io posso smaltire frites e birre trappiste, la Sampdoria di Pirlo può fare un po' di punti in Serie B, per farci quetare sino alla prossima sosta. Io mi impegnerò per mantenere fede al buon proposito, ma tu, cara Sampdoria, fai lo stesso ti prego.

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