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    Sampmania:| Davide contro Golia

    Sampmania:| Davide contro Golia

    Davide contro Golia, ovvero Sampdoria contro Milan. La sfida di San Siro ha il sapore della missione impossibile per i blucerchiati, che sfidano il gigante meneghino lanciatissimo verso lo scudetto. Proprio come il piccolo filisteo la squadra di Cavasin si lancerà all'attacco del Golia rossonero con quello che ha: una fionda e una manciata di sassi. Nella vicenda biblica il povero arsenale bastò per sbaragliare l'avversario e sovvertire il pronostico, chissà se sarà così anche per la Samp.

    Il problema è che la fionda blucerchiata ha perso da tempo la sua pericolosità anche contro avversari non proprio giganteschi. Sei gol nel girone di ritorno, di cui solo tre decisivi (tutti nella partita di Bologna) la rendono arma che di certo non fa paura ad Allegri. Il ritorno di Pozzi ha aggiunto qualcosa in termini di grinta e voglia, ma per ora non ha portato a particolari progressi in zona gol. La speranza, allora, si ripone tutta nel recente passato blucerchiato: contro le 'grandi' la Sampdoria ha conquistato 11 punti, un terzo del totale, ottenendo risultati (pieni o a metà) contro Inter, Juve, Roma, Lazio, Udinese e Milan che a Marassi si fermò sull'1-1.

    Questi, però, sono i risultati di una Sampdoria diversa, a volte ancora con Cassano e Pazzini in campo e con una dirigenza che seguiva la squadra da vicino nella persona di Sergio Gasparin, accantonato con troppa fretta e leggerezza. La Samp di oggi, invece, affronta la trasferta di Milano come una vera e propria mission impossible. Ripartirà dal caposaldo del 3-5-2, modulo che non ha portato nessun risultato, se si esclude il punticino di Verona, ma che sembra essere l'unica certezza di Cavasin. Nonostante il ritorno alla difesa a quattro e al gioco sulle fasce contro il Lecce abbia creato pericoli alla porta avversari come mai si era visto in questo girone di ritorno da dimenticare.

    D'altronde questa squadra è stata costruita per ben due estati di fila sul 4-4-2, ispirazione tattica con cui si è tolta la soddisfazione più grande della sua recente storia e in cui i giocatori sembravano trovarsi alla perfezione. Ma Cavasin va avanti per la sua strada, forte della riconferma giunta pochi giorni fa da Edoardo Garrone, figlio del presidente Riccardo, e della sua piccola fionda blucerchiata. Basterà? Difficile, ma l'arsenale blucerchiato si riduce a quello e con quello bisognerà affrontare la corsa salvezza che passa inevitabilmente anche da Milano.

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