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  • Sampmania: come la tovaglia corta

    Sampmania: come la tovaglia corta

    • Lorenzo Montaldo
    Non so se vi è mai capitato: avete presente quando la tovaglia è leggermente troppo piccola per il vostro tavolo, e continuate a tirarla da una parte e dall'altra, cercando di centrarla nel miglior modo possibile, in modo da nascondere il difetto? La sistemi a destra, ed è corta a sinistra. Cerchi di centrarla bene a sinistra, e spunta un pezzo di tavolo dalla parte opposta. La metafora va bene anche con la coperta, quando dormi con un partner particolarmente invadente. Ecco, secondo me Pirlo sta provando la stessa identica cosa con la Sampdoria.  

    Immagino che il tecnico doriano possa intuire la frustrazione dei tifosi blucerchiati - ormai assuefatti ai pomeriggi surreali, ne viviamo a ripetizione da anni - perché probabilmente anche lui sente un po' la medesima sensazione. Appena tira la tovaglia da una parte, rimane scoperto il lato opposto. Ieri la Samp è andata a Venezia senza otto titolari. Otto. Non è una situazione accettabile per nessuna realtà professionistica. Provate a togliere gli otto migliori giocatori all'Inter, di certo non lotterà per lo scudetto. Eliminate gli otto migliori giocatori del Parma, col cavolo che dominerà la B. 

    Non mi sento di attribuire, come leggo, particolari responsabilità al tecnico doriano. Anzi, ritengo che la continua emergenza abbiano sollecitato e risvegliato la creatività del mister, tanto è vero che le pensate più interessanti di Pirlo sono dovute proprio alla sfilza interminabile di problemi fisici accusati a turno in ogni reparto. Il cambio modulo, il passaggio al 4-3-2-1, Esposito trequartista, Giordano mezz'ala e ieri Benedetti dietro alle punte, per dire, sono tutte invenzioni attribuibili alla sensibilità dell'allenatore. Ad un certo momento però, anche il suo margine di intervento finisce. C'è un punto oltre il quale neppure l'Onnipotente potrebbe andare, ed è il caso di rendersene conto.

    Se la Sampdoria sotto di un uomo, falcidiata dagli infortuni e martoriata mentalmente dalle centinaia di magagne piovute sulla sua schiena in questa stagione, riesce a rimontare il Venezia dal 3-1 al 3-3,  e in meno di dieci minuti subisce altre due reti a seguito di clamorosi inciampi individuali dei suoi elementi, cosa puoi dire? Sì, sono anche io abbattuto dalla fragilità del Doria, e penso che la formazione vista ieri al Penzo debba limitarsi a lottare, con le unghie e con i denti, per evitare di retrocedere in Serie C.  Ma la Samp non è questa. Non è quella dei 13 punti in 6 partite, ma nemmeno quella di ieri.

    Se c'è un aspetto per cui la situazione della Sampdoria merita una riflessione seria e profonda, è proprio questo. Come è possibile che una squadra, seguita da professionisti per ogni aspetto, metta in fila una serie simile di infortuni? Ci sono tante concause, è vero: senza soldi sul mercato, sei costretto a prendere giocatori magari più fragili strutturalmente e maggiormente soggetti a problemi fisici. Se la rosa è corta, sei costretto ad impiegare sempre gli stessi elementi, stressandoli muscolarmente. I campi forse contribuiranno a peggiorare la situazione. La sfiga, le scie chimiche, mettete tutto ciò che volete nel calderone: ma queste giustificazioni non bastano.  Qualcuno deve dare una spiegazione realistica, mentre qualcun altro prendersi le proprie responsabilità, e correre ai ripari. E poi bisogna intervenire subito, sul mercato, prima che sia troppo tardi. Già la Serie B non è un granché, e ce la stiamo facendo andare bene soltanto perché paragonata a ciò che poteva essere, e per fortuna non è stato. Ma la C è un inferno che non ci meritiamo, e non tolleriamo.
     
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