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Sampmania: come la batti l'Atalanta?
Per caso volete pure qualche numero sulla squadra di Gasperini? E’ seconda nella classifica di gol fatti, 53, media di quasi 2,5 a partita, seconda per conclusioni (339 totali, 160 in porta, il Doria è quindicesimo con 224 tentativi e 94 nello specchio) e quintultima per parate. Gollini ha fatto 60 interventi, il ‘collega’ della Samp Audero è terzo a 86. In sostanza l’Atalanta crea un sacco, concede poco, gioca divinamente e arriva al Ferraris incarognita. Ecco, avete presente tutti i discorsi ripetuti da inizio anno relativi al gioco di Ranieri, allo scarso coraggio e al desiderio di vedere maggiore propositività? Non li disconosco, tutt’altro, anzi ci tengo a ribadirli, ma per domenica faccio un’eccezione. Se sfidi l’Atalanta a viso aperto, se la affronti con spavalderia, se la vai a pressare alta e acconsenti ad ingaggiare duelli personali con i giocatori della Dea, prendi botte.
Quello che mi piacerebbe vedere nel prossimo incontro casalingo invece è una formazione sulla strada della continuità. I cambi e gli stravolgimenti continui, nonostante i tentativi di magnificarli come un tentativo per tenere tutti sulla corda, credo risultino più controproducenti. Le sorprese vanno bene, ma dosate con il contagocce. Sottovalutare l’importanza della conoscenza reciproca, degli automatismi con il compagno di fianco, con il giocatore davanti a te e con quello collocato dietro, è un peccato. Ho sentito dire, da più di un allenatore, che in una squadra i titolari devono sapere di essere titolari, e le riserve devono essere consapevoli del loro ruolo. Le seconde linee necessitano di uno stimolo continuativo per ribaltare le gerarchie. Mi sembra verissimo. Specialmente se, dopo l’Atalanta, c’è il derby. Una partita dove l’aspetto mentale una discreta importanza ce l’ha.
Come si batte l’Atalanta? Non lo so, davvero. Ma posso fare delle ipotesi. All’andata, la chiave è stata piuttosto semplice. Il Doria non aveva sbagliato nulla. Niente, neppure una marcatura, un raddoppio, un movimento. Non sono troppo originale, lo so, ma temo sia l'unica strada. In quell’occasione la Samp aveva fatto di tutto per non far giocare Zapata e compagnia, e c’era riuscita in maniera egregia. Ecco, l’impostazione di Ranieri si sposa alla perfezione con questo genere di partite. Linee vicine, contropiede, filtro estenuante in mezzo e verticalizzazioni per lo scatto degli attaccanti, pronti a bruciare in accelerazione una difesa sempre molto alta e impegnata in costruzione e partenza dal basso, sono elementi fondamentali per non cucinare un mappazzone, come dicono a MasterChef. Se la Samp riuscirà a recuperare palla, e ad imbucare nei primi quattro-cinque secondi dopo aver ripreso il possesso, può avere una chance. Piccola curiosità: un girone fa, la cerniera di centrocampo era la stessa di domenica prossima, ossia la diga scandinava Ekdal-Thorsby. Muscoli, poca geometria e abbondante fisicità. Paradossalmente sono quasi contento della squalifica di Silva: serve molto di più nel derby.
Il calcio è un gioco lineare, lo si ripete spesso, ed è vero. Forse gli ingredienti per una bella partita con l’Atalanta sono pochi e chiari. Mediana e retroguardia strette, passaggi in profondità, raddoppio sui trequartisti e sulle seconde palle, lucidità nelle poche opportunità davanti a Gollini. Ah, e difesa perfetta, ovviamente. Dici poco. La possibile assenza di Colley, in questo senso, temo pesi molto, confido nello spirito di rivalsa di Tonelli e nel desiderio bruciante di campo di Ferrari. Proprio una passeggiata, affrontare l’Atalanta all’ora di pranzo. Quasi quasi, preferisco il derby...
@lorenzomontaldo
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